Buon mercoledì, prodi seguaci!🗞️
Questo post doveva uscire lunedì, ma la mia connessione fa i capricci, quindi eccomi qua, quasi a metà mese, a decidere cosa leggere per il piglio di marzo. Visto che la primavera sta (forse) arrivando, direi che è il momento buono per pigliare un po’ di narrativa e direi di andare in quella cinese, perché ultimamente sto leggendo cose interessanti al riguardo.
Il primo libro pigliato è Pechino pieghevole di Hao Jingfang, un libro già piuttosto famoso, visto che ha vinto lo Hugo Award nel 2016. Molta fantascienza cinese ha ottenuto attenzioni e pareri positivi negli ultimi anni, quindi devo assolutamente buttarci un occhio anch’io.
Pechino è divisa in tre spazi e le ventiquattr’ore di ogni giorno sono state accuratamente organizzate per salvaguardare il tempo e l’aria che respira l’élite, composta da cinque degli ottanta milioni di persone che abitano la metropoli. Tutti gli altri, incastrati nella rigida stratificazione urbana, si spartiscono quello che rimane. Lao Dao è nato nella città pieghevole e lavora in discarica come suo padre. Vive nel sottosuolo, ma per consegnare una lettera in cambio di denaro si intrufolerà negli spazi della classe media e di quella alta, scoprendo l’esistenza di mondi diversi dal suo.
Catastrofe ecologica, tecnologie di sorveglianza e disuguaglianze sociali stravolgono il tempo e lo spazio in Pechino pieghevole, l’emblematico racconto che dà il titolo a questa raccolta folgorante, un caso letterario che si inserisce nell’«ultra-irrealismo» (chaohuan), il nuovo genere letterario ispirato dalla realtà allucinata della Cina odierna.
Negli undici racconti, Hao esplora la fragilità umana alle prese con gli spettri del cambiamento e del possibile, l’intelligenza artificiale e l’automazione, costruendo una narrazione pervasa di sensibilità per quest’epoca di incertezza, solitudine e disorientamento.
Se la science fiction è il realismo dei nostri tempi, Hao Jingfang rivela angolazioni inattese ed estreme da cui osservare il mondo futuro in cui già viviamo.
Sul secondo libro pigliato sto già un po’ barando, perché l’autore di Membrana, Chi Ta-Wei, è taiwanese, ma non mettiamo confini troppo netti alla letteratura: almeno qui lasciamoli porosi, nella speranza che anche quelli politici rimangano pacifici e dialoganti. Membrana è un romanzo degli anni Novanta del secolo scorso e un classico della letteratura speculativa e queer in cinese.
Un romanzo visionario e sublime che si distingue per l’estetica cyberpunk e i temi queer e trans. Un classico della narrativa speculativa in cinese.
«C’è un confine invalicabile tra il nostro corpo e le cose esterne. Per Momo il mondo era avvolto da una membrana. A trent’anni continuava a pensare che ci fosse una specie di pellicola tra lei e tutto il resto. Non quella delle maschere di bellezza che usava sul lavoro, ma piuttosto una barriera invisibile che la faceva sentire come una pulce d’acqua, avvolta dal proprio carapace traslucido e sola in mezzo a un mare che non la toccava mai, anche se la circondava…»
Siamo nel 2100, nella città sommersa di T. L’umanità è migrata in fondo al mare per sfuggire ai devastanti cambiamenti climatici e il mondo, dominato da potenti conglomerati mediatici, si basa sullo sfruttamento del lavoro degli androidi. Momo, famosa estetista della pelle, conduce una vita introversa e nostalgica. Ha una ferita con cui fare i conti: la madre, da cui è separata da oltre vent’anni, si ripresenta nella sua vita innescando un percorso di esplorazione di sé che metterà in dubbio la sua stessa esistenza, la natura del proprio corpo e la sua identità di genere. Il processo di trasformazione, mutamento e reinvenzione che investe Momo pone questioni radicali, al punto da chiedersi se gli esseri umani siano ancora padroni della propria memoria e del proprio futuro. Pubblicato a Taiwan nel 1995, “Membrana” è un classico della narrativa speculativa in cinese. Chi Ta-wei, con talento predittivo, immagina la saturazione provocata dai social media e il monitoraggio corporeo, intrecciandoli a temi distopici come il dominio della tecnologia e dei regimi capitalisti. Un romanzo visionario che si distingue per l’estetica cyberpunk e i temi queer e trans.
Eccoci qua: avete già letto qualcosa di fantascienza cinese? Fatemi sapere nei commenti che devo recuperare i romanzi più succulenti!
A presto!🐼
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