Buon lunedì, prodi seguaci!🐐

Non ho letto nemmeno uno dei libri che avevo pigliato per febbraio, perché al momento tutte le mie energie da lettrice sono concentrate sulle ultime pagine di Vita e destino di Vasilij Grossman e la cosa non mi crea nessun problema perché si tratta di un romanzone. Però il tempo scorre ed è il momento di pigliare altri due libri dal mucchio di quelli da leggere.

Il primo libro pigliato è Il sesso è (quasi) tutto di Antonella Viola, immunologa e divulgatrice scientifica. Pare che Viola sia una frequentatrice abbastanza famosa dei vari programmi televisivi, cosa che ho scoperto a posteriori a causa della mia allergia per i talk e dintorni, ma magari a voi è capitato di incrociarla. Io per il momento mi sono ascoltata questa puntata del podcast No Pasa Nada dove Viola viene intervistata e parla proprio di questo suo lavoro.

Il sesso è (quasi) tutto parla di come la medicina abbia per anni ignorato le differenze tra corpi maschili e femminili e di come questo abbia influito negativamente sulle cure e sulla loro efficacia.

Viviamo in un mondo di maschi e di femmine. Difficile immaginare qualcosa di più naturale. Ma sappiamo davvero in cosa sono diversi? Cos’è il sesso in biologia? E il genere? Come funziona l’orientamento sessuale? Il mondo è davvero binario? La visione che lo separa sulla base dei due sessi è semplice e ovvia quanto l’idea che fosse il Sole a girare intorno a noi, prima della rivoluzione copernicana. Maschio e femmina sono distinti nella sostanza e nei ruoli. Eppure, questa visione non corrisponde alla realtà. Per un tempo troppo lungo abbiamo trovato differenze dove non ce ne sono e le abbiamo trasformate in dogmi. Abbiamo invece ignorato le differenze davvero importanti. La nostra cultura ha strumentalizzato le differenze legate a sesso e genere e le ha esasperate. Al contrario, la scienza le ha ignorate troppo a lungo. Il corpo femminile è stato poco studiato, poco considerato e, di conseguenza, curato male. Per secoli la medicina è stata una medicina dei maschi bianchi per i maschi bianchi. Continuare a ignorare questo gravissimo squilibrio significa ridurre la nostra capacità di curare. Perché, per esempio, siamo più abili a trattare le malattie cardiovascolari negli uomini e la depressione nelle donne? Una rivoluzione nella scienza, nelle nostre abitudini e nelle parole che usiamo è urgente. Può cominciare con la medicina di genere. Antonella Viola ci guida alla scoperta di una medicina giusta, finalmente attenta alle differenze fisiologiche legate al sesso ma anche alle conseguenze che le disparità di genere esercitano sulla salute. “Fare la rivoluzione”, scrive Viola, “significa avere occhi nuovi per guardare noi stessi e il resto del mondo. Occhi nuovi per riconoscere le differenze che contano. E per dare loro valore”. In biologia il sesso è nato come opportunità di adattamento a un ambiente che cambia in fretta. Oggi è diventato la nostra gabbia, perché viviamo in un mondo rigidamente binario. Senza vedere le differenze che contano. Perché esiste il sesso? Che differenza c’è fra sesso e genere? Maschi e femmine sono diversi? E in cosa? Li stiamo curando nel modo giusto?

Il secondo libro pigliato è Per soli uomini. Il maschilismo dei dati, dalla ricerca scientifica al design di Emanuela Griglié e Guido Romeo. In un certo senso, anche questo libro segue la stessa strada di quello di Viola: si tratta di un saggio che evidenzia la disparità di genere nei dati raccolti, che poi contribuiscono a plasmare il mondo in un certo modo.

Una nuova generazione di leader donne sta conquistando la scena internazionale. Il soffitto di vetro finalmente scricchiola, ma siamo sicuri di essere alle porte di un cambiamento epocale? A guardare bene, purtroppo, si scopre un secondo soffitto, più resiliente e invisibile: è quello dei dati che governano la nostra realtà e che sono sempre più cruciali nel determinare non solo come sono disegnate le nostre auto e le nostre città o chi assumere dopo un colloquio di lavoro, ma anche come funzionano molti farmaci salvavita o come si comportano i sistemi di intelligenza artificiale. Ecco perché le donne hanno il 75 per cento di probabilità in più di soffrire per gli effetti collaterali di un medicinale e il 17 per cento in più di morire in un incidente stradale. Il mondo, è vero, sta cambiando. Ma lentamente.

Al ritmo attuale ci vorranno 280 anni per raggiungere la parità di genere nella computer science e 258 nella fisica, anche perché il sistema dell’informazione è ancora molto maschio-centrico: per esempio, otto notizie su dieci parlano di uomini. Emanuela Griglié e Guido Romeo ci accompagnano in un viaggio nel maschilismo dei dati e dimostrano che contrastarlo aiuterebbe a creare una società – sorpresa – migliore anche per gli uomini.

Questo è quanto: giuro che presto riuscirò a finire Vita e destino e tornerò a spaziare tra i molti altri libri che mi aspettano. Voi ditemi se conoscevate già questi due libri e se li avete già letti!

A presto!🦩