
È un rapporto molto conflittuale, fatto di continue rotture e difficili riconciliazioni, a legare la narratrice a Emerenc Szeredás, la donna che la aiuta nelle faccende domestiche.
La padrona di casa, una scrittrice inadatta ad affrontare i problemi della vita quotidiana, fatica a capire il rigido moralismo di Emerenc, ne subisce le spesso indecifrabili decisioni, non sa cosa pensare dell’alone di mistero che ne circonda l’esistenza e soprattutto la casa, con quella porta che nessuno può varcare. In un crescendo di rivelazioni scopre che le scelte spesso bizzarre e crudeli, ma sempre assolutamente coerenti dell’anziana donna, affondano in un destino segnato dagli avvenimenti più drammatici del Novecento.
Pubblicato in Ungheria nel 1987, ma in qualche modo disperso negli anni della transizione politica, La porta è il romanzo che ha rivelato la più grande scrittrice ungherese contemporanea.
Questo è uno di quei romanzi che mi mettono in difficoltà quando devo buttare giù, nero su bianco, cosa me ne è sembrato: è una storia sull’innocenza e la purezza contrapposte all’esperienza e allo sporcarsi di vita? È un romanzo sull’amicizia tra due donne? È un romanzo sulle differenze di classe e la loro inconciliabilità? È un romanzo sullo scontro tra una donna – la narratrice – che vive di lavoro intellettuale (e che è incapace in quello manuale) e una donna – Emerenc – che vive di lavoro domestico (e che disprezza quello intellettuale)?
Un po’ tutto questo e altro ancora, in realtà: Szabó è un’autrice che può permettersi di parlare di mille temi senza essere mai superficiale. Ma nessuno di questi temi è il fulcro del romanzo, il significato di quella porta che ha dato il titolo al libro. C’è, infatti, una porta chiusa in questa storia, una porta che Emerenc difende con le unghie e con i denti e che ha dato vita a un’infinità di speculazioni da parte del suo vicinato, che vorrebbe tanto sapere cosa si nasconde là dietro.
Ma quella porta rimarrà saldamente chiusa, almeno fino a quando Emerenc non incontra la narratrice, che reputa la persona giusta alla quale affidare il suo segreto, quella vulnerabilità che ritiene inaccettabile mostrare allз altrз, da donna granitica e incrollabile quale è. Sembrerebbe una storia deliziosa dell’incontro di due persone capace di alleviare un passato doloroso, ma non è così.
La narratrice, infatti, non riesce a capire fin da subito la vulnerabilità di Emerenc: perché non basta sapere ascoltare lз altrз, bisogna anche rispettare i loro limiti e le loro convinzioni, per quanto bizzarre e ci possano sembrare. La narratrice non segue il desiderio di Emerenc, ma quello che secondo lei è la cosa giusta da fare: non sappiamo se è per evitare che le rimorda la coscienza o se è il modo in cui avrebbe voluto si intervenisse se al posto di Emerenc ci fosse stata lei. Fatto sta che la sua decisione segna il precipitare degli eventi e anche se il suo errore può essere considerato umano e suscitare la nostra comprensione, perché riconosciamo il passo falso e l’errore irrimediabile che può capitare a chiunque di noi, è stato davvero difficile non avercela con lei.
Questo perché La porta è anche un romanzo su due etiche diverse, due visioni del mondo che si incontrano e si scontrano e, sebbene nel finale non posso fare a meno di propendere per il punto di vista di Emerenc, riconosco che entrambe le donne avrebbero tratto giovamento dal non rimanere rigide nelle proprie convinzioni. E forse è proprio questo il punto: imparare a non essere lǝ tirannǝ di nessunǝ, in modo da rendere improbabile che lз tirannз finiscano in posizioni di potere e schiaccino interi gruppi di persone.
Che libro meraviglioso. Dentro ognuno ci trova la propria parte.
Imparare a non essere la tiranna di nessuno, dici. Mi piace. Anche se temo sia impossibile.
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Vero.
Sicuramente, ma siamo in questo ambiente avvelenato di cattiveria e mi sembra giusto continuare a ripetermi che non deve essere per forza così.
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Szabo’ è d’accordo con te, credo
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Un libro che ho letto alcuni anni fa, e che mi piacque moltissimo
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È davvero difficile rimanergli indifferenti
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