Buon lunedì, prodi seguaci!🗻

Mi ero detta di concentrarmi sulla biografia di Rosa Luxemburg questo fine settimana e invece mi sono data alle letture LGBTQIA+: nessunǝ è bravǝ come me a fare i piani e poi non seguirli. Tra l’altro questo La locanda degli amori diversi di Ito Ogawa non mi sta nemmeno piacendo particolarmente, così imparo a leggere le cose a caso!😂

Una famiglia non è una famiglia fin dall’inizio, per contratto, ma lo diventa a poco a poco, ridendo, sbraitando e soffrendo ogni giorno tutti insieme. È un’entità che non esiste a priori, ma che si plasma con il tempo e richiede grande armonia. Se si trascura questo particolare, avere lo stesso sangue non basta e tutto si sfascia e va a rotoli. Né più né meno di come è successo alla famiglia in cui sono nata.

Ecco perché, per non rischiare di perderci e distruggere la nostra nuova famiglia, stavamo sempre attenti a tenerci per mano. In circolo, tutti e quattro, ci prendevamo per mano e sollevavamo in alto le braccia, così che in mezzo a noi potesse nascere un meraviglioso arcobaleno. E i colori dell’arcobaleno che sorgeva nel nostro cerchio magico erano il simbolo indissolubile della nostra famiglia.

In piedi sulla banchina del treno, Chiyoko se ne sta immobile, incapace di muovere il passo decisivo che la separa dai binari. Non ha nemmeno vent’anni, indosso la divisa da liceale e sul viso l’aria apatica di chi non ha ormai alcun rimpianto.
A Izumi, trentacinquenne separata che ogni sera alla stessa ora rientra dal suo lavoro part-time, basta uno sguardo per comprendere quali siano le intenzioni di quella ragazza dagli occhi limpidi come quelli di un cerbiatto. La afferra per un braccio e, con un gesto disinvolto, la tira verso di sé, salvandole la vita.
Per Izumi, Chiyoko è solo un’estranea, eppure le viene spontaneo invitarla a cena nella propria casa e rivelarle gli aspetti più intimi della propria vita, come il fatto che il marito l’abbia lasciata sei mesi prima e lei ora viva sola con il figlio Sōsuke di sei anni. Un’oscura, inspiegabile attrazione la spinge, infatti, a desiderare la compagnia della ragazza.
Quando perciò Chiyoko le confessa di essere stata ripudiata dai genitori a causa della propria omosessualità e di voler fuggire, andarsene per sempre e raggiungere il posto che ha la fama di possedere il cielo e le stelle più belli di tutto il Giappone, Izumi, dapprima terrorizzata dalla prospettiva della fuga con una giovane donna, inizia a considerare affascinante l’idea di un posto nuovo dove poter ritrovare se stessa, le sue idee, la sua libertà. Con i soldi del divorzio acquista un vecchio pulmino Volkswagen, ci infila dentro il minimo indispensabile e lascia la città insieme a Chiyoko e Sōsuke, dirigendosi in un piccolo villaggio sperduto tra le montagne. Qui le due donne si occupano di rimettere in sesto una casa in rovina trasformandola in una locanda, sulla cui facciata appendono una bandiera arcobaleno che garrisce al vento. In breve la «Locanda Arcobaleno» diventa un accogliente punto di ritrovo per viaggiatori, dove le proprietarie non si limitano a offrire ristoro alle fatiche del viaggio, ma anche, e soprattutto, alle ferite dell’anima.
Il destino, però, ha approntato per Chiyoko e Izumi una prova ancora più ardua della loro fuga, la più grande sfida che la vita riserva alla forza stessa dell’amore.
Dall’autrice del bestseller Il ristorante dell’amore ritrovato, Ito Ogawa torna con una storia d’amore sincera e appassionata che sfida ogni tabù, scandagliando le difficoltà di una coppia nel vivere la propria diversità e dando voce a coloro che quotidianamente devono confrontarsi con l’intolleranza e i pregiudizi della società.

6 risposte a “Citazione della settimana – “La locanda degli amori diversi” di Ito Ogawa”

  1. Avatar Piloswineseyes
    Piloswineseyes

    Anche io ho preso su un ibro a caso. Ero convinto di aver scelto con criterio ma ho realizzato di essermi basato solo sulla copertina che mi è apparsa in home su goodreads per mesi. Sta di fatto che adesso devo dare un senso a quei venti euro spesi ma mi abbiocco di continuo e stento ad andare avanti….

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    1. Be’, questo fa parte di una collana che ho preso in edicola, quindi non è proprio preso del tutto a caso, ma me lo aspettavo molto diverso 😅
      I consigli di Goodreads vanno ponderati perché mi sembra di ricordare che non faccia troppa differenza tra libri piaciuti e non piaciuti, ma si basi solo sui libri letti.

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      1. Secondo me l’algoritmo di GoodReads ama il vinello. Non ho mai aperto un libro di cucina in vita mia e da due mesi mi propone Carlo Cracco bho

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      2. Goodreads mi sembra un po’ abbandonato a se stesso negli ultimi anni. Pare che abbiano intenzione di rifare la grafica, ma saranno due anni che mi compare la versione beta a intermittenza (una cosa molto fastidiosa perché poi è solo quella relativa alle schede dei libri), ma per ora non ne hanno fatto niente. L’app è ferma da anni e mancano un sacco di funzionalità utili. Insomma, sarà anche di Amazon, ma non ci stanno investendo granché… Mi dispiace molto perché è stato il mio primo social di libri, ma sto seriamente iniziando a guardarmi in giro.

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      3. io ho disintallato la app qualche anno fa perché devo lasciare spazio al telefono e comunque avevo notato che gli aggiornamenti si sincronizzavano una volta si e quattro no…

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      4. Adesso quelli sono così migliorati che ogni tanto per lo stesso aggiornamento mi mandano tre notifiche!🤣

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