Buon lunedì, prodi seguaci!👩❤️👩
In questo fine settimana che non avevo niente di meglio da fare che preoccuparmi per la situazione in Ucraina, ho inziato Il pozzo della solitudine di Radclyffe Hall e ho buttato giù una listopia su Goodreads sui classici della letteratura lesbica. Poco meno di un annetto fa impazzivamo per Shum dei Go_A e ora eccoci qua. ‘Sto mondo infame.
Scrivere! Che balsamo divino! Era come lo scorrere di un’acqua profonda; come se un grosso peso le si fosse levato dalla mente, dandole uno squisito senso di riposo e di sollievo. Poteva dire le cose, scrivendo, quasi inconsciamente, senza timidezza o paura, senza apparire a se stessa imbarazzata o sciocca. Poteva perfino scrivere sui giorni del giovane Nelson, e riderne un poco anche lei!
Spesso Puddle, nella sua stanza, leggendo gli strani componimenti di Stephen, aggrottava la fronte o rideva a quei turbolenti e impetuosi slanci giovanili. Pensava: «Ma questo è vero talento! È proprio strano che simili pensieri di sviluppino in un corpo così dedito allo sport. Ma che cosa potrà mai fare col suo talento? Essa è in rotta col mondo e non lo sa!».
E Puddle allora scuoteva la testa e diventava pensierosa, come se soffrisse per Stephen e un po’ anche per il mondo intero.

Nello splendore della villa di famiglia di Morton Hall, Sir Philip e Lady Gordon aspettano la nascita dell’erede. Quando anziché il maschio desiderato nasce una femmina, decidono comunque di chiamarla Stephen. La bambina crescendo rivela ben presto abitudini e atteggiamenti diversi dalle sue coetanee e la isolano da chi la circonda, costringendola a un’infanzia difficile e a una tormentata adolescenza. Raggiunta la maturità Stephen Gordon si innamorerà perdutamente di un’altra donna.