Buon martedì, prodi seguaci!🌁

Halloween è ormai passato da qualche settimana, ma magari il clima novembrino (sempre ci sia un normale clima novembrino dalle vostre parti) vi fa desiderare di avere per le mani un libro dai toni oscuri e spaventosi. Quindi eccomi qua a raccontarvi di due letture inquientanti che ho fatto di recente.

Through fun and gore, love and monsters, Sugar Magnolia Wilson’s riveting first collection takes readers inside a world where past and present, fiction and fact, author and subject collide. Playful and yet not so sunny, these poems invite you in with extravagant and surprising imagery, only to reveal the uneasy, Frankenstein world within.

Ho incrociato Because a Woman’s Heart is Like a Needle at the Bottom of the Ocean per caso mentre girellavo svogliatamente sul catalogo di Scribd e sono rimasta folgorata dal titolo, dalla copertina e pure dal nome dell’autrice: sembrava tutto così poetico, delicato e carino che ho cercato di approfondire. In realtà non ho scoperto granché a parte che Sugar Magnolia Wilson è neozelandese: non ricordo di aver letto poesia neozelandese, quindi, complice anche la brevità della raccolta, mi ci sono lanciata.

È stato come leggere il grimorio di una strega: a dispetto del suo aspetto caruccio, infatti, si tratta di poesie che incorporano anche dell’oscurità e della pericolosità. C’è molta natura e nessuna paura di camminare alla luce del giorno o nell’oscurità della notte, come si confà a una strega. Magari non le poesie più belle che abbia letto nella mia vita, ma nondimeno una raccolta molto interessante.

Quando viene assunta dall’impeccabile signor Deshimaru, la giovane protagonista di questo libro enigmatico è alquanto disorientata. E tuttavia non ci metterà molto ad abituarsi al nuovo lavoro, che consiste nell’accogliere «con gentile professionalità» le persone che vengono a consegnare un oggetto – il quale, nel laboratorio sotterraneo a cui solo il signor Deshimaru ha accesso, sarà, con amorevole cura, trasformato in un «esemplare». La ragazzina che chiede loro di conservare (dopo averli debitamente catalogati) i tre piccoli funghi spuntati sulle macerie della casa in cui sono morti i suoi genitori non tornerà mai a vederli, né mai tornerà il vecchietto che ha portato le ossa calcinate del suo padda; ma, come tutti gli altri «clienti», avranno raggiunto il loro scopo: separarsi per sempre da ciò che hanno perduto. A poco a poco la docile impiegata – che, a causa di un incidente occorsole nella fabbrica di bibite dove lavorava prima, ha perduto anche lei qualcosa: un «pezzetto di carne a forma di conchiglia» della punta dell’anulare sinistro – si lascerà come inghiottire dall’atmosfera ovattata del laboratorio, dal silenzio lancinante che vi regna; né tenterà di sottrarsi alla perversa fascinazione che esercita su di lei il sempre più inquietante signor Deshimaru. L’universo ossessivo, feticista e straniato di Ogawa Yoko, una delle «ragazze terribili» della nuova letteratura giapponese, si impone con soave autorevolezza, e l’ingannevole trasparenza della sua scrittura ci inchioda a queste pagine – dalle quali nessuno potrà uscire indenne.

Se volete leggere qualcosa di inquietante, potete sempre contare su Yōko Ogawa. Ne L’anulare abbiamo una storia che ricorda vagamente quella del nostro Barbablù: abbiamo una donna che, nonostante tutti i campanelli di allarme che sente suonare – e noi con lei – continua a lavorare per lo strano e inquietante laboratorio del signor Deshimaru, che finisce per regalarle il paio di scarpe forse più terrificante della letteratura mondiale..

Sono delle belle scarpe, ma dall’aspetto assolutamente ordinario: voglio dire, non è che mordono non appena le infili. Ma Ogawa è molto abile nel fare di un accessorio così comune e così quotidiano un tramite per mostrare la capacità di annientare le donne che possono avere gli uomini con le loro esigenze e le loro richieste che non tengono conto delle libertà e dei bisogni altrui.

Fin dalla prima pagina di questo libriccino sentiamo montare un’inquietudine che quasi fa venire voglia di urlare tanta è la tensione che si finisce per accumulare. Meno male sono “solo” centotre pagine altrimenti mi prendeva un infarto.

Che mi raccontate? La vostra voglia di letture inquietanti è finita il 31 ottobre, o prosegue anche di novembre? Io direi che ho appena cominciato visto che sto leggendo anche adesso un libro pieno di spiriti!😜

A presto!🖼️