Buon martedì, prodi seguaci!
Qualche tempo fa consigliavo Open Library a una lettrice e poco dopo scopro che diversə auteri ce l’hanno con l’organizzazione, accusata di scannerizzare libri e renderli gratuitamente disponibili online in maniera pseudo-legale.
Per chi non lo sapesse, Open Library (parte del progetto di Internet Archive) è nata con lo scopo creare una piattaforma dove ogni libro mai pubblicato abbia una pagina dedicata con tutte le informazioni bibliografiche che lo riguardano. Inoltre, ha all’attivo un progetto di digitalizzazione dei libri nelle biblioteche, visto che non tuttə hanno accesso a biblioteche fornite, ma chiunque (virtualmente) può usufruire di una biblioteca digitale.

Tutto molto bello, vero? Lo so: per una come me che usufruisce a piene mani del sistema bibliotecario è un vero festino, al quale ho attinto diverse volte. Tuttavia, alcunə auteri della Society of Authors e The Authors Guild, che hanno firmato una lettera aperta, non sono affatto contentə: a loro dire, la giustificazione che Open Library usa per digitalizzare e prestare ebook, basata sul Position Statement on Controlled Digital Lending, che afferma che la pratica sia legale negli USA grazie al fair use doctrine (cioè alla teoria dell’uso ragionevole), non sia più legale nel Regno Unito in seguito alla sentenza della corte d’appello nel caso Capitol Records v. ReDigi.
In questa sentenza si afferma che nel rivendere un file digitale senza l’autorizzazione di chi ne detiene il copyright non ci si possa appellare al fair use in quanto le rivendite entrano in competizione con le vendite di chi detiene il copyright. Il danno deriverebbe dal fatto che le rivendite verrebbero vendute a un prezzo inferiore allo stesso tipo di cliente che avrebbe acquistato l’ebook a prezzo pieno da chi detiene le licenze per venderli, togliendo quindi una fetta di mercato (e introiti) allə auteri e a chi detiene i diritti.
Questo, denunciano lə auteri che hanno firmato la lettera, in un quadro nel quale le loro entrate sono drammaticamente in calo e moltə di loro stanno affrontando una situazione di difficoltà economica. Un sondaggio del 2018 svolto dalla Authors’ Licensing and Collecting Society ha rilevato che lə scritteri hanno guadagnato in media solo 10.500£ l’anno dai loro libri.

Dall’altra parte, in difesa di Open Library e Internet Archive si è schierata la Authors Aliance, che ha ribadito come le copie digitalizzate non vengano prestate a pioggia, ma al posto della copia fisica. In pratica, se qualcunə prende in prestito l’ebook, la copia cartacea risulterà non disponibile, e viceversa. Questo è sembrato un buon compromesso tra i diritti dellə auteri e il diritto dellə letteri a un libero accesso alla cultura.
Inoltre, si fa notare come le biblioteche abbiano sempre avuto lo scopo di prestare libri senza chiedere l’autorizzazione di chi ne detiene i diritti e di come si voglia continuare a farlo con il supporto della tecnologia per raggiungere ancora più persone. Infatti, c’è anche un altro lato della medaglia: Open Library offre la possibilità a un’autere di raggiungere un pubblico vastissimo, molto più ampio di quello che avrebbe normalmente.
Per non parlare poi di quellə auteri i cui lavori sono fuori catalogo o comunque non disponibili: senza avere una copia cartacea vicina o la possibilità di poterli leggere in una copia digitalizzata, semplicemente non avranno nessunə lettère.

Che ve ne pare? Questione complessa, lo so: è difficile scegliere una parte – sempre che abbia un senso farlo. Penso che nessunə sia contentə se lə auteri non guadagnano abbastanza dal loro lavoro (e siamo sicurə che sia “colpa” di Open Library e non dell’impoverimento che colpisce ampie fasce della popolazione?), ma è anche vero che chi legge tanto e non ha tanti soldi non può permettersi di comprare ogni copia.
La mia idea è che, se iniziative come quella di Open Library, verranno scoraggiate, le persone semplicemente leggeranno di meno o si rivolgeranno alla pirateria (che, in tutto questo, penso sia quello che chiunque vorrebbe evitare).
Sicuramente, sarebbe il caso di iniziare a parlare seriamente di copyright, che Internet ha messo a dura prova e che ha bisogno di cambiare per adattarsi a un mondo che non è più quello del secolo scorso.
Ditemi nei commenti cosa ne pensate, se vi era giunta alle orecchie questa questione e se siete habitué di Open Library o iniziative simili!💜
La cultura deve essere accessibile a chiunque e non riservata solo a chi se la può permettere.
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Sono d’accordo con te, ma è anche giusto che chi crea cultura riesca a vivere dignitosamente del suo lavoro, come dovrebbe essere per chiunque.
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Sì ma non mi sembra giusto che i diritti d’autore durino così tanto. Un muratore che fa una casa non percepisce nulla per i successivi decenni (a volte nemmeno quando la costruisce, esperienza personale).
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Ma quella dei diritti d’autore è un’altra questione. In questo caso lamentano che Open Library stia facendo loro concorrenza sleale, in una situazione nella quale si vedono erodere le loro entrate.
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