Asexuality can be defined as an enduring lack of sexual attraction. Thus, asexual individuals do not find (and perhaps never have) others sexually appealing. Some consider asexuality as a fourth category of sexual orientation, distinct from heterosexuality, homosexuality, or bisexuality. However, there is also recent evidence that the label asexual may be used in a broader way than merely as a lack of sexual attraction. People who say they have sexual attraction to others, but indicate little or no desire for sexual activity are also self-identifying as asexual. Distinct from celibacy, which refers to sexual abstinence by choice where sexual attraction and desire may still be present, asexuality is experienced by those having a lack of sexual attraction or a lack of sexual desire. More and more, those who identify as asexual are coming out, joining up, and forging a common identity. The time is right for a better understanding of this sexual orientation, written by an expert in the field who has conducted studies on asexuality and who has provided important contributions to understanding asexuality. This timely resource will be one of the first books written on the topic for general readers, and the first to look at the historical, biological, and social aspects of asexuality. It includes first-hand accounts throughout from people who identify as asexual. The study of asexuality, as it contrasts so clearly with sexuality, also holds up a lens and reveals clues to the mystery of sexuality.
Visto che il mio è e rimane un blog principalmente dedicato alla lettura, per l’Asexual Awareness Week non potevo farmi mancare qualche recensione di libri che parlano di asessualità. Iniziamo quindi con Understanding Asexuality, il saggio più citato quando si parla di questo orientamento e che – ovviamente – esiste solo in lingua inglese.
Allora, la prima cosa da sapere su Understanding Asexuality è che è un lavoro prettamente accademico, il cui stile può risultare freddo e asettico, anche se Bogaert cerca di stemperarlo con un tocco di simpatia. Tuttavia, rimane un saggio focalizzato sulla biologia, sui dati raccolti nei vari studi e dalle conseguenze che se ne possono trarre.
Un’accusa mossa a Understanding Asexuality è che annoveri troppe ipotesi e pochi fatti. Be’, intanto è un libro del 2012: nel frattempo gli studi sono andati avanti, ma da qualche ipotesi dovevano pur partire, no? Bogaert non poteva mica scrivere “l’asessualità è così e cosà” se non aveva dati certi in quel senso (e le testimonianze su AVEN, per quanto importanti, sono soggettive e non valgono come prova scientifica). Si è limitato a scrivere ciò che sa per certo su questo orientamento e a fare delle ipotesi che saranno oggetto (si spera) di futuri studi e approfondimenti. È così che lavora la scienza, non le bastano le impressioni, anche se nel caso dell’asessualità sono state molto importanti per avviare gli studi, visto che, dopo la scoperta del gruppo X da parte di Kinsey, nessuno si era più preoccupato di noi.
La seconda cosa da sapere è che più che essere un libro per gli/le asessuali a me è sembrano un libro per non-asessuali che vogliono raccapezzarsi sull’asessualità. Bogaert, infatti, contestualizza l’asessualità negli studi sulla sessualità in generale e sembra spiegarla proprio a chi potrebbe ritenere una mancanza di attrazione sessuale solo una roba da curare.
Quindi non aspettatevi un libro che vi aiuti a capire se siete asessuali o meno (di questo ne parleremo presto, comunque!), ma piuttosto un libro che vi aiuti a capire l’asessualità come orientamento sessuale. Il che è comunque una lettura interessante per un* asessuale, ma mi sentirei di consigliarla soprattutto agli/alle non-asessuali con più dubbi che certezze sull’asessualità.