Buon lunedì, prodi seguaci!🛏️
Sono riuscita a recuperare questo libriccino – Ninne nanne toscane di Carlo Lapucci – grazie a Vinted e voglio condividere con voi l’evidenza che le madri sante e perfette non sono mai esistite e che la privazione di sonno dovuta al pianto ininterrotto deə neonatə faceva sbroccare anche nella notte dei tempi. Di brutto.
Quindi tranquillə: siete perfettamente normali se vi viene voglia di lanciare vostrə figliə urlante dalle finestra dopo n giorni che non vi fa dormire.
Fai la ninna, fai la nanna,
fai la nanna, tesoro di mamma:
il piccino s’addormenti,
fai la nanna tesoro così.
Fai la nanna occhio di sole,
dormi dormi la mamma lo vuole:
piano piano ti culla sul cuor,
dormi e sogni mio piccolo amor.
A dispetto
Fai la nanna che tu crepi:
ti potessero canta’ i preti,
ti portassero al camposanto
oggi te, domani un altro.
Fai la nanna, fai la nanna
rompimento della mamma:
se non dormi chiamerò
l’Omo Nero e a lui ti do.
Tra i componimenti popolari la ninna nanna è una forma quanto mai trascurata: relegata al mondo infantile continuiamo per abitudine a considerarla illogica o banale, per il fatto di presentarsi, specialmente se avulsa dalla musica, come un insieme di parole incoerenti e sconnesse: dovendo infatti servire a quella sottospecie umana che è il neonato o poco più, composta quasi esclusivamente da donne, è quasi d’obbligo considerarla almeno con sufficienza. [Dall’introduzione]
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