Buon lunedì, prodi seguaci!🌕

Questo fine settimana mi sono persa tra i Saloni della Casa dove vive Piranesi. Che dire? È bello trovare un’autrice che sa giocare così con la materia letteraria. Eccovi quindi una citazione da Piranesi di Susanna Clarke.

Tale improvvisa comprensione – la comprensione dell’insignificanza della Conoscenza – mi è arrivata come una Rivelazione. Intendo dire con questo che sapevo che era vero ancor prima di capire perché o quali passi mi avessero portato a quel punto. Quando ho tentato di ripercorrere quei passi, la mia mente continuava a tornare all’immagine del Centonovantaduesimo Salone Occidentale al Chiaro di Luna, alla sua Bellezza, al suo profondo senso di Calma, agli sguardi riverenti sui Volti delle Statue mentre si rivolgevano (o sembravano rivolgersi) alla Luna. Mi sono reso conto che la ricerca della Conoscenza ci ha incoraggiato a pensare alla Casa come se fosse una sorta di enigma da sciogliere, un testo da interpretare, e che se mai scoprissimo la Conoscenza, allora sarebbe come se alla Casa venisse strappato via il Valore lasciando soltanto una semplice scenografia.

La visione del Centonovantaduesimo Salone Occidentale al Chiaro di Luna mi ha fatto capire quanto sia ridicolo tutto questo. La Casa ha valore perché è la Casa. È sufficiente già di per sé. Non è un mezzo per arrivare a un fine.

Questo pensiero me ne ha portato un altro. Ho capito che la descrizione che l’Altro faceva dei poteri che ci avrebbe garantito la Conoscenza mi ha sempre messo a disagio. Per esempio: lui dice che avremo il potere di controllare le menti inferiori. Bene, tanto per cominciare non esistono menti inferiori; ci siamo soltanto lui e io ed entrambi possediamo un intelletto acuto e brillante. Ma, supponendo per un istante che esista una mente inferiore, perché dovrei volerla controllare?

Abbandonare la ricerca della Conoscenza ci renderebbe liberi di perseguire una nuova specie di scienza. Potremmo seguire qualsiasi percorso suggerito dai dati. Il pensiero di tutto questo mi ha reso felice ed elettrizzato. Ero ansioso di tornare dall’Altro e spiegarglielo.

Piranesi vive nella Casa. Forse da sempre. Giorno dopo giorno ne esplora gli infiniti saloni, mentre nei suoi diari tiene traccia di tutte le meraviglie e i misteri che questo mondo labirintico custodisce. I corridoi abbandonati conducono in un vestibolo dopo l’altro, dove sono esposte migliaia di bellissime statue di marmo. Imponenti scalinate in rovina portano invece ai piani dove è troppo rischioso addentrarsi: fitte coltri di nubi nascondono allo sguardo il livello superiore, mentre delle maree imprevedibili che risalgono da chissà quali abissi sommergono i saloni inferiori.
Ogni martedì e venerdì Piranesi si incontra con l’Altro per raccontargli le sue ultime scoperte. Quest’uomo enigmatico è l’unica persona con cui parla, perché i pochi che sono stati nella Casa prima di lui sono ora soltanto scheletri che si confondono tra il marmo.
Improvvisamente appaiono dei messaggi misteriosi: qualcuno è arrivato nella Casa e sta cercando di mettersi in contatto proprio con Piranesi. Di chi si tratta? Lo studioso spera in un nuovo amico, mentre per l’Altro è solo una terribile minaccia. Piranesi legge e rilegge i suoi diari ma i ricordi non combaciano, il tempo sembra scorrere per conto proprio e l’Altro gli confonde solo le idee con le sue risposte sfuggenti. Piranesi adora la Casa, è la sua divinità protettrice e l’unica realtà di cui ha memoria. È disposto a tutto per proteggerla, ma il mondo che credeva di conoscere nasconde ancora
troppi segreti e sta diventando, suo malgrado, pericoloso.
Susanna Clarke, autrice fantasy fra le più acclamate, torna in maniera trionfale con un nuovo, inebriante romanzo ambientato in un mondo da sogno intriso di bellezza e poesia.