Questo testo analizza la connessione tra gli studi traduttologici e le pratiche politiche transfemministe queer, a partire dagli approcci e dai contributi delle femministe canadesi del Quebec degli anni Settanta e Ottanta, quando la traduzione e gli studi di genere iniziarono ad essere discussi insieme, come argomenti intrecciabili. Attraverso un excursus storico, politico e linguistico, il volume presenta le riflessioni e le pratiche contemporanee che rivendicano la traduzione come una costante mediazione tra sistemi di potere e, quindi, come necessario strumento politico per cambiare le narrazioni dominanti. Con un’attenzione costante, e dettagliata, nei confronti delle donne e dei soggetti lgbit*q, e con un approccio intersezionale che racchiude le questioni di classe e di razza, il volume riflette sui metodi necessari per una traduzione capace di sovvertire il potere. Con questo volume, frutto anche di un percorso laboratoriale che l’autrice negli ultimi anni sta presentando in diverse città italiane, qui descritto in appendice, Asterisco inaugura la Collana Incidenti, dedicata alla saggistica contemporanea.

È sempre interessante leggere dei processi che portano i libri nelle nostre mani: dietro quelle parole c’è sempre un sacco di lavoro, di molte persone diverse. Se riconoscere il lavoro dellз autorз è banale e molto è stato scritto su quale sia il modo migliore per scrivere un libro, più mistero avvolge le altre professioni legate all’editoria, tanto che alle volte è difficile per chi legge e basta capire come funziona il settore.

Uno degli aspetti che desta maggiore curiosità è quello della traduzione, anche solo per le difficoltà del trasporre un testo, con tutto il suo carico di significati, in una lingua diversa, che, per sua stessa conformazione, non avrà sempre un termine corrispondente con esattezza a quello utilizzato dall*autorǝ. Questo è particolarmente vero per quei testi sperimentali che usano la lingua in maniera creativa, com’è spesso il caso di libri femministi, che mirano a evidenziare le disuguaglianze a partire dai linguaggi.

Il corpo del testo presenta la storia di come si sia pensato di affrontare questi problemi nel corso del tempo e di tutte le questioni da dirimere prima di lavorare in maniera femminista alla traduzione di un testo. È stato davvero illuminante, ci sono casi ai quali non avrei mai pensato (per esempio, qual è il miglior modo femminista di tradurre un testo che non è affatto?) e altri che esemplificano l’importanza della preparazione dellǝ traduttorǝ.

Ampio spazio è dedicato anche agli ambienti che praticano la traduzione femminista, sia case editrici vere e proprie, sia collettivi o autogestiti, lo scopo dei quali è soprattutto far circolare le idee e stimolare dibattiti, al di fuori di ogni logica di mercato. Ovviamente anche lз traduttorз hanno bisogno di un reddito dignitoso e quindi Il corpo del testo affronta anche la questione dei compensi.

L’ho trovata una lettura illuminante e anche molto scorrevole su argomenti che spesso rimangono tra lз addettз ai lavori e che è utili conoscere da lettorз per apprezzare meglio il lavoro di chi ci permette di fruire di così tanti contenuti.

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