I femminismi sono numerosi, non omologabili e spesso in conflitto tra loro. Tuttavia l’unicità del comune punto di riferimento (le donne) obbliga a usare all’occorrenza anche il singolare. Il femminismo è infatti il movimento sociale, politico e culturale con cui in tempi e contesti diversi delle donne hanno tentato di svincolarsi da una relazione di potere che non può essere assimilata ad altre. Dalle richieste di uguaglianza durante la rivoluzione francese al movimento suffragista; dalle rivendicazioni della “differenza” agli studi sull’identità di genere; dalle conquiste degli anni Settanta fino alle ricerche sull’intersezionalità delle oppressioni di genere, classe e razza.Le autrici non propongono una vera e propria storia del femminismo, ma alcuni episodi significativi di una storia delle teorie e dei discorsi che lo hanno attraversato nel corso degli ultimi due secoli. Cercano le ragioni profonde dei differenti racconti, individuano i gruppi sociali e le culture di appartenenza delle donne che li hanno elaborati, le contraddizioni feconde e le trappole discorsive che talvolta ne hanno ostacolato le dinamiche progressive.Oggi le donne sono nello stesso tempo più libere e in maggiore difficoltà. Molti dei diritti ottenuti sono spesso esclusivo appannaggio di donne di settori sociali privilegiati, la “femminilizzazione del lavoro” si è tradotta in precarietà, le società a capitalismo avanzato non hanno cancellato ma utilizzato il patriarcato come rapporto di potere. La storia narrata in questo libro, ci dice a quale punto della vicenda siamo e da dove ricominciare una lunga marcia non ancora terminata, ma che ha già molta strada alle spalle.

Questo è un ottimo libriccino per imparare le differenze tra i vari femminismi, con i loro punti di forza e le loro debolezze, perché nessun femminismo pensato finora è il Femminismo Definitivo, cosa abbastanza evidente se si approccia questo movimento con onestà intellettuale e si smette di dare retta alle tifoserie che passano il tempoi a tirarsi i pomodori marci.

Ecco, Storia delle storie del femminismo è il libro perfetto per chi non capisce i perché di questa litigiosità (al di là del fatto che sui social si litiga per qualunque cosa) e per chi vuole contestualizzare queste divisioni. Scoprirete così che ci sono posizioni superate, posizioni che dipendono principalmente dall’esperienza personale (importante sì, ma non così tanto da sovrascrivere le esperienze altrui) e posizioni che purtroppo si sono costruite su fraintendimenti (più o meno consapevoli).

Scoprirete anche che, nonostante Judith Butler sia diventata il babau a capo delle terribili teorie queer, il femminismo sta già andando a vedere cosa c’è oltre il suo pensiero, a quale terra inesplorata ci ha consentito di arrivare la sua indagine. Tutto questo mentre le donne devono tornare a difendere i loro diritti fondamentali in Stati che si vantano di essere democratici e moralmente superiori. Chapeau.

Non è un libro che consiglio a chi è digiunǝ di femminismo: nonostante non sia un testo particolarmente impegnativo, per me è meglio affrontarlo avendo almeno una vaga idea dei vari femminismi. Mi sembra più un testo per chi non sa bene come destreggiarsi nella varietà del persiero femminista e ha bisogno di una guida per trovare il bandolo della matassa.