Questo volume propone alcuni importanti contributi di un femminismo transnazionale che dagli anni Novanta cerca di spostare il baricentro delle questioni di genere oltre l’occidente bianco, radicando la propria riflessione e la propria pratica a un contesto postcoloniale. Essi rappresentano un forte e articolato punto di vista critico nei confronti dell’omofobia e dell’islamofobia, nonché del paradigma eteronormativo e nazionalista che si sta diffondendo in varie forme in Europa, negli Stati Uniti e in India. Uno dei tanti elementi che sicuramente li accomuna è il loro approccio analitico, dal quale emerge chiaramente una dimensione di genere della xenofobia e dell’islamofobia, ma anche una argomentata contestazione all’idea che la tolleranza progressista per le minoranze sessuali vada sempre di pari passo con la condanna dell’Islam come alterità puramente maschile e oppressiva del femminile. Questa confusione ideologica, qui definita “islamofobia progressista”, viene fortemente problematizzata da analisi complesse, che si oppongono energicamente al dualismo Occidente progressista/altrove oppressivo e omofobo. Come evitare che i discorsi sulle identità sessuali e di genere finiscano col fornire un sostegno, benché involontario, all’islamofobia, terreno scivoloso in cui il femminismo occidentale egemonico può trovarsi invischiato? I saggi qui proposti offrono alcune risposte e un contributo teorico e metodologico utili anche nel contesto italiano.


2018 RHC, Task 22: Un’antologia di saggi

Nonostante l’abbia trovato una raccolta di saggi molto interessante e con punti di vista che mi hanno dato parecchio da pensare, Femminismi queer postcoloniali non è un libro femminista che consiglierei a chiunque: dipende dal vostro grado di conoscenza dell’argomento e da quanto masticate bene il linguaggio accademico.

Infatti, non posso proprio dire che i brevi saggi contenuti in Femminismi queer postcoloniali siano destinati alla divulgazione: si tratta di testi accademici che usano un linguaggio piuttosto tecnico e di non facile accesso per chi non bazzica (o ha bazzicato) certi ambienti universitari e/o femministi. Io stessa, che leggo molto sul femminismo, ho fatto molta fatica a seguire certi passaggi (e altri probabilmente non l’ho capiti proprio).

Tuttavia, come dicevo, nonostante richieda fatica, contiene molti spunti di riflessione interessanti e che non capita molto spesso di leggere altrove, soprattutto in italiano. Quindi il mio consiglio è di prendere nota per il futuro se in questo momento non vi sentite prontə ad affrontare un testo così complesso, ma siete interessatə a leggere qualcosa che vada oltre i soliti confini mentali.

In conclusione, mi sento di bacchettare la casa editrice, Ombre Corte, per lo spropositato numero di refusi che contiene questo volume (ce n’è pure uno sul dorso, mannaggia!): in alcuni punti, rende anche difficoltosa la comprensione del testo (che già non è facilissimo di suo) ed è un vero peccato, perché un libro tanto interessante non si merita proprio una simile sciatteria.