Bestseller del New York Times e già tradotto in 15 lingue, In principio era il Sesso (Sex at Dawn) è il più potente attacco al concetto di matrimonio vibrato tramite un volume. Per quanto le spiegazioni di antropologi e filosofi si siano affannate a ricondurre il matrimonio alle prime forme sociali e addirittura alle relazioni nei gruppi di scimmie antropomorfe, le loro conclusioni restano basate su fraintendimenti di fondo piuttosto grossolani. Ryan e Jethà decostruiscono le teorie di Darwin, Hobbes, Malthus, Hrdy, S. Goldberg, Morgan, Pinker, Chagnon e altri con l’arma dell’ironia e con argomentazioni ineccepibili.
Non contenti della “narrazione standard” (di Sarah Blaffer Hrdy) che prevede la coppia esclusiva basata sullo scambio: la donna in cambio di carne (cibo) e di protezione per i figli dà all’uomo la certezza (con la fedeltà) che i figli siano suoi, i due autori mettono in campo un vero e proprio armamentario di dati su tribù del presente e del passato la cui sessualità non ripercorre lo schema predetto.


Perché la fedeltà sessuale a lungo termine è così difficile per molte coppie?

Perché la passione sessuale spesso si affievolisce, anche quando l’amore diventa più profondo?

Perché le donne sono potenzialmente multiorgasmiche, mentre gli uomini fin troppo spesso raggiungono l’orgasmo a una velocità frustrante, per poi perdere interesse?

La gelosia sessuale è un elemento inevitabile e incontrollabile della natura umana?

Perché i testicoli umani sono molto più grandi di quelli dei gorilla ma più piccoli di quelli degli scimpanzé?

La frustrazione sessuale può farci ammalare? Come è potuto accadere che la mancanza di orgasmi abbia causato una delle malattie più comuni della storia, e come è stata trattata?

La narrazione standard – cioè quella secondo la quale l’uomo cerca in una donna fertilità e verginità, mentre la donna cerca stabilità economica e protezione per lə figliə; lui conquista (o lei si lascia conquistare) chi ritiene idonea; lui controlla che lei non gli faccia le corna e lei controlla che lui non si innamori di un’altra – ha provato a dare una risposta a queste domande, ma ha peccato di bias cognitivi (d’altro canto, pensato di essere un ricercatore sposato che vede i dati naturalizzare il fatto che la propria moglie vada a letto con un altro…).

Ryan e Jethá si impegnano a dare una risposta alternativa a quelle domande, cercando di non lasciare fuori niente e stabilendo per prima cosa che la monogamia non è affatto naturale, ma figlia di adattamenti culturali e come tale soggetta ai capricci del cambiamento (non che il resto non cambi, ma lo fa molto più lentamente).

In principio era il sesso intreccia studi relative a varie discipline (dalla psicologia all’archeologia, dall’antropologia all’anatomia) per mostrarci che non dovremmo proprio dare per scontata la monogamia, sia da parte nostra, sia da parte altrui. Dovrebbe essere una delle tante cose da discutere quando si entra in una relazione con qualcunə: dareste mai per scontato il suo gusto di gelato preferito?

L’unico difetto del libro a mio avviso è l’eccessivo focus sull’eterosessualità, soprattutto una volta stabilito che il sesso non ha la riproduzione come scopo principale (ta-dah!): magari mi cercherò un libro più queer sull’argomento (se esiste). Sentitevi liberə di offrire suggerimenti!

3 risposte a “In principio era il sesso di Christopher Ryan e Cacilda Jethá”

  1. Oh sono contenta, finalmente un libro dedicato ad una costruzione sociale tanto violenta quanto naturalizzata, sul tema eterosessualità che citi vorrei dirti che mi stupisce, invece non è così visto che il lesbismo non piace nemmeno ai cosiddetti libertini che cercano di annoverarlo in ambiti che lo cancellino proponendo modi di assoggettamento che rientrino nell’idea fallocratica-patriarcale, infatti il lesbismo e il queer per come lo intendeva Monique Wittig distruggono per la loro stessa esistenza la fallocrazia ovvero la gerarchia del fallo come indispensabile sempre e comunque (ed immutabile per giunta), e la fallocrazia è presente in tutti i movimenti politici (che si esprimono in un quadro patriarcale e a questo fanno riferimento) come ci ricorda Carla Lonzi.

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    1. Diciamo che un accenno all’omosessualità c’è, ma giusto un accenno, il libro si concentra principalmente sul demolire l’idea che l’homo sapiens sapiens sia una specie monogama “di natura” e non per cultura. Dato che abbatte un importante pilastro della rigidità della sessualità umana, mi sarebbe piaciuto veder meglio esplorato l’elemento queer, ma comunque rimane un ottimo libro per iniziare ad avvicinarsi alla questione

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  2. nella monogamia non c’è nulla di volento in sè. ci sono persone monogame, molte e sono persone libere come chi non è monogamo, la monogamia è “naturale” quanto la coppia aperta o il poliamore, l’eterosessualità è naturale quanto bisessualità e omosessualità

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