Buon giovedì, prodi seguaci!🧹

Le feste sono in dirittura di arrivo, i supermercati un girone d’inferno dantesco e io, tra un preparativo e l’altro, mi sono data al folklore, giusto per entrare nell’atmosfera giusta. Eccovi quindi due piccoli libri, uno più intonato alle feste dell’altro, ma perfetti da incastrare in queste giornate frenetiche per una lettura veloce.

Chi è la Befana? Tutti sapremmo rispondere a questa domanda, ma nel farlo ci renderemmo conto di quanto la questione sia in realtà complessa. Carlo Lapucci si fa carico di dare tutte le spiegazioni: da dove arriva questa figura tradizionale, composta di tratti pagani e cristiani, mescolata con il culto dei defunti e la celebrazione delle stagioni, espressione di figure bibliche come di forze simboliche ancestrali? Quali sono, nelle varie versioni della leggenda, le sue caratteristiche, le sue abitudini, com’è fatta la sua casa, chi sono i suoi aiutanti? Con attenzione antropologica ma andamento leggero, questo piccolo saggio esamina e racconta ogni segreto sulla Vecchia dei camini.

Se state cercando qualche lettura in tema festività natalizie in senso lato oppure se siete un po’ Grinch, vorrei consigliarvi la lettura di questo libriccino sulla figura della Befana. Si tratta di una lettura velocissima (ha meno di cinquanta pagine) su una figura piuttosto trascurata del nostro folklore e ormai ridotta a una comparsa a uso e consumo dellɜ bambinɜ.

Lapucci è sempre una garanzia quando si tratta di folklore, sopratutto dell’Italia Centrale e della Toscana: in pochissime pagine riesce a risalire indietro nel tempo, fino a raccontarci cos’era la festa della Befana prima che arrivasse il cristianesimo e prima che il capitalismo finisse per dare (quasi) il colpo di grazia alle figure mitiche che si aggiravano lungo lo Stivale.

La Befana vien di notte

col le scarpe tutte rotto,

con le toppe alla sottana,

viva viva la Befana.

Ognuno di noi almeno una volta ha ascoltato, da bambino, fiabe che parlassero dell’Orco e qualche volta addirittura la minaccia che costui fosse pronto a venirci a prendere, se non facevamo i bravi. Ognuno se lo è dipinto a immagine delle proprie paure, attingendo però, senza rendersene conto, a quello che è un bagaglio di cultura popolare profondo e antichissimo: dai miti greci del mondo degli inferi, al folklore contadino ricco di personificazioni della natura (il vento, la tempesta, il terremoto) ed elementi magici e pagani, la figura di questo personaggio dalla gran bocca cannibale e dal fiuto sopraffino ha attraversato molte varianti di forma e di nome, delle quali l’autore ci dà conto in modo esaustivo e piacevole in questo piccolo saggio.

L’arte di fare il cattivo è un altro piccolo libriccino di Lapucci, questa volta dedicato alla figura dell’Orco, l’antagonista per eccellenza delle nostre storie. Infatti, l’Orco è una presenza costante nel nostro folklore e ha legami con molte figure illustri (Orco era il nome con cui era conosciuto il dio degli Inferi nella mitologia greco-romana) e con molti altri elementi (come il vento, soprattutto la tramontana, il gelido vento del nord).

Anche l’Orco, come la Befana, ha subito le ingiurie del tempo: prima si è tentato di identificarlo con il Diavolo, senza riuscirci troppo; poi è arrivata la società borghese a farne uno spauracchio per spaventare lɜ bambinɜ e farlɜ rigare dritto. Rimasta la paura della morte e del male, è probabile che questa sia stata trasferita nella nostra passione collettiva per serial killer e cronaca nera.

Ucci ucci

sento odor di cristianucci

è ce n’è e ce n’è stati

o ce n’è di rimpiattati.

Spero che vi stiate preparando alle feste con lo spirito giusto, che il periodo frenetico non vi stia depauperando ogni energia e di avervi regalato almeno un buono spunto di lettura!

A presto!🎄