
In una particolarissima casa di appuntamenti, attempati gentiluomini si concedono il piacere di giacere accanto a splendide giovani donne addormentate. Un raffinato e inquietante racconto erotico che sa cogliere i profondi misteri dell’anima con tocchi luminosi e leggeri. Il romanzo più delicato e suggestivo di Kawabata (1899-1972), premio Nobel per la letteratura 1968.
Incontrando lo stile raffinatissimo e delicato di Kawabata non è difficile immaginare perché abbia vinto il Nobel per la letteratura (e infatti, nelle motivazioni dell’Accademia svedese, si legge: per la sua abilità narrativa, che esprime con grande sensibilità l’essenza del pensiero giapponese) e, in generale, perché sia uno dellз maggiori scrittorз giapponesi del Novecento.
Tuttavia non posso proprio affermare che La casa delle belle addormentate mi sia piaciuto perché, pur nella consapevolezza che racconti di un estremo degrado morale e che quindi non potessi aspettarmi esempi di virtù, mi ha provocato una tale repulsione che ho fatto fatica a portare avanti la lettura. Immagino di doverne rendere merito a Kawabata per la perizia con la quale ha messo nero su bianco questo sfacelo, riuscendo anche a collegarlo con il decadimento della vecchiaia che porta alla morte, ma nonostante avessi ben chiaro tutto questo ho fatto molta fatica ad arrivare in fondo.
Il fatto è che questo degrado morale passa anche dal vecchio Eguchi che tocchiccia queste ragazze narcotizzate a suo piacimento, ne studia la verginità (non si sa bene in base a quale evidenza fisica, ma sorvoliamo) e ci ripete fino allo sfinimento che lui è sì vecchio, ma non così tanto da non avere più erezioni, il che lo fa virare decisamente verso il patetico. Speravo che gli venisse un infarto e che alla tenutaria della casa toccasse portarlo via di peso tra un sacramento e l’altro, ma niente, mi è toccato sorbirmelo fino alla fine.
Penso che proverò a leggere altro di Kawabata (sicuramente Il paese delle nevi, il suo romanzo più famoso) non appena mi sarà passata la nausa per La casa delle belle addormentate. Potrebbe volerci un bel po’, ma ogni consiglio su questo autore sarà ben accetto!
Ah, yes, i giapponesi e il pervert.
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Peggio di Eguchi solo i serial killer che giocano con i cadaveri.
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Eh, è un testo problematico, niente da dire. Questo non è un buon punto di partenza, almeno per come la vedo io, per conoscere Kawabata. Ho avuto la fortuna di scoprirlo attraverso un’edizione (quella de i Meridiani) corredata da un’ottima introduzione. Sono arrivata a questo libro solo dopo aver letto “Il paese delle nevi”, “Il suono della montagna” e “Mille gru”. Direi che è un possibile percorso di lettura…
Buone letture <3.
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Terrò conto del suggerimento. È stata la lettura per il GdL, quindi ogni tanto capitano anche letture infelici.
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Autore certamente ostico, per noi, ma che vale la pena vincere, forzarne l’accesso. Il paese delle nevi – un’esperienza. Dovrei rileggerlo. L’ho proposto anni fa, uno dei primi, poi me ne sono allontanata.
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Riproverò sicuramente con Il paese delle nevi. Nonostante Eguchi, lo stile di Kawabata mi è piaciuto molto, quindi devo approfondire per forza.
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Qualcosa in questo libro mi ricordava il film Sleeping Beauty, e infatti poi ho letto che si basa proprio su questo romanzo di Kawabata.
Ho trovato una versione ePub in prestito, quasi quasi inizio a leggerlo per la curiosità di vedere se riesco ad arrivare fino alla fine.
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Be’ sai, alla fine questa è una questione di sensibilità personale: magari a te dà meno fastidio e riesci meglio di me ad apprezzarne il valore letterario.
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Proprio ieri avevo tra le mani questo libro a una bancarella in piazza a Cremona: ero molto tentato perchè il risvolto della copertina era molto intrigante, ma poi ho preferito optare per una raccolta di racconti di un altro autore. A quanto pare mi è andata bene! Piuttosto cercherò gli altri titoli suggeriti nei commenti, giusto per curiosità di conoscere un minimo di più la letteratura giapponese, di cui ho letto veramente poco.
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Non il libro migliore per conoscere Kawabata in effetti, ma anch’io mi sono segnata i suggerimenti e prima o poi leggerò altro, perché stilisticamente parlando niente da eccepire.
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Io ho iniziato e finito di e leggere Kawabata con questo libro. Non l’ho proprio capito, da esterna mi è sembrato l’ennesimo libro giapponese dove la donna è icona e oggetto del desiderio esclusivamente. Non ho capito quale fosse il punto della narrazione.
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A mio parere (quindi potrei anche sbagliarmi di brutto😅) il tema era la decadenza, sia fisica sia morale, ma lo sviluppo non è invecchiato benissimo e oggi più che altro si avverte il disagio per le azioni e i pensieri di Eguchi.
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Si si pensi anche io sia andata così. Lo lessi perché aveva vinto il Nobel e a me il Nobel incuriosisce. Però mi sembra il classico romanzo più estetico che intriso di contenuti veri
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Kawabata ha sicuramente uno stile molto raffinato e devi tenere conto delle particolarità della letteratura giapponese, che spesso a noi dà questo effetto di “inconsistenza”.
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Sicuramente, è una questione però anche penso di mio gusto personale.
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