Pechino, marzo 1852: durante la selezione delle consorti imperiali, lo sguardo dell’imperatore Xianfeng si posa su una sedicenne dai tratti non belli, forse, ma senza dubbio affascinanti. Di lì a poco, il cenno di approvazione del Figlio del Cielo schiuderà le porte della Città Proibita alla donna che, ammessa a corte come semplice concubina, si ritroverà in breve a reggere le redini dell’ormai morente dinastia Qing con il titolo di Imperatrice vedova Cixi. Considerata in Cina una despota dalle vedute ristrette, Cixi intraprese invece una coraggiosa politica di modernizzazione che, ispirandosi ai metodi occidentali, scosse il Paese dal suo immobilismo millenario: a lei si devono infatti l’introduzione del telegrafo e della ferrovia, la costruzione di una flotta moderna e l’avvio della pratica di estrazione mineraria, la riforma del sistema legale (con l’abolizione di pratiche quali la fasciatura dei piedi) e l’istituzione di scuole e università di livello. Il tutto mentre affrontava le rivolte dei Taiping prima e dei Boxer dopo, le “guerre dell’oppio” e le mire espansionistiche di russi e giapponesi, sventando i complotti orditi alle sue spalle. Questa biografia, avvalendosi di materiali fino a poco tempo fa inaccessibili, ribalta gli stereotipi per tracciare il ritratto di una figura ancora poco nota agli storiografi occidentali: quella di una donna energica e lungimirante che, in un contesto tutt’altro che favorevole, governò per quarant’anni le sconfinate terre del Celeste Impero.

2021 RHC, Task 18: Leggi un libro scritto da/incentrato su unǝ leader mondiale non occidentale

Sono in difficoltà a scrivere la recensione di questo libro perché, non avendo conoscenze pregresse alla lettura di questo libro di Cixi, non so quanta verità ci sia nell’accusa che ho visto rivolgere più di frequente all’autrice: Chang avrebbe fornito un ritratto troppo lusinghiero dell’imperatrice vedova, mostrandosi indulgente nei confronti delle sue colpe e dei suoi errori.

Il mio fiuto di lettrice mi suggerisce che il tono apologetico è giustificato dal fatto che Chang ha scritto questo libro anche per riabilitare una figura storica che, in quanto donna di potere, ha subito giudizi poco lusinghieri: anche quando racconta degli errori di Cixi, l’autrice cerca di addolcire il biasimo con una serie di giustificazioni che non sono campate per aria (l’apparato di fonti consultate è notevole), ma finiscono probabilmente per restituirci un’immagine più positiva del necessario.

Detto questo, L’imperatrice Cixi mi è piaciuto tanto, me lo sono letto a colpi di cento pagine al giorno e mi ha fatto venire una gran voglia di leggere gli altri lavori di Chang. Cixi è stata una politica abile e capace, a differenza del marito e dei figli, che avrebbero dovuto ereditare il regno, ma che non avevano le capacità di guidare la Cina in quel particolare momento storico, vuoi per disinteresse (è dura fare l’imperatore quando le tue inclinazioni sono lontane dalla politica), vuoi per una mentalità che aveva ormai fatto il suo corso.

La vita di Cixi – e i suoi diversi periodi di regno – hanno coinciso con grandi cambiamenti per la Cina – inclusa la cessione dell’isola di Hong Kong alla Gran Bretagna – e quindi è un momento storico interessante del quale sapere di più, visto che ha messo in moto eventi cruciali per arrivare alla Cina di oggi.