«La sapesse che tipo l’è quello

co’ i’ su’ fare da gran padreterno

egl’ha chiamato l’Italia un bordello

egl’ha mandato anche i preti all’inferno!

Un giorno o l’altro te lo saluto

piglio i’ fottuto e me ne vo’.»

Signora Beatrice, Riccardo Marasco

Buon Dantedì, prodi seguaci!✍🏻

In questa giornata, nella quale si celebra il buon Dante un po’ del solito perché quest’anno ricorrono anche i 700 anni dalla sua morte, mi sembrava giusto iniziare questo post dissacrando un po’ l’aura di maestosità che oggi verrà sparsa in lungo e in largo in ricordo del Sommo Poeta, padre della lingua italiana e autore influentissimo della nostra cultura e di praticamente tutta la cultura cosiddetta occidentale.

In questa giornata, piena di eventi e iniziative, intorno al 1300, Dante si ritrovava per una selva oscura, ché la diritta via era smarrita; io nel mio piccolo volevo iniziare Inferno, ma non ce la posso fare, ho troppi libri in lettura e devo finire almeno The Lord of the Rings e il suo A Reader’s Companion (fun fact, il 25 marzo l’Unico Anello viene distrutto e il Regno di Sauron finisce). Mi consolo pensando che l’anniversario della morte è a settembre e per allora posso farcela a leggere le tre cantiche. L’importante è crederci.

Scrivendo di cose serie: quale edizione leggere? In casa ne ho due: una più sciccosa, con le classiche illustrazioni di Gustave Doré, ma con poche o punte note; e una scolastica – quella sulla quale ho studiato la Commedia alle superiori, in effetti – edita da Zanichelli e con il commento di Anna Maria Chiavacci Leonardi.

Mi sento abbastanza sicura dei miei ricordi sull’Inferno – nel senso che mi ricordo pure diversi versi a memoria – ma proseguendo con il viaggio, questi si fanno sempre più rarefatti. In effetti, credo di aver rimosso totalmente il Paradiso, la cantica che dovrei ricordare meglio, visto che era nel programma della maturità.

Quindi opterò per l’edizione Zanichelli, più annotata. Una scelta che consiglio a chiunque voglia lanciarsi sulla lettura di Dante e non ha alle spalle chissà che conoscenze letterarie: la Commedia è davvero troppo bella per lasciarvi frenare da qualunque difficoltà. È un altro anno di cacca: vi meritate viaggi letterari – almeno quelli – che non lesinino sulla meraviglia.

Allor si mosse, et io li tenni retro.
Inferno, Dante Alighieri
Gustave Doré, Fonte