
Ordinary women in 1920s America.
All they wanted was the chance to shine.
Be careful what you wish for.
‘The first thing we asked was, “Does this stuff hurt you?” And they said, “No.” The company said that it wasn’t dangerous, that we didn’t need to be afraid.’
1917. As a war raged across the world, young American women flocked to work, painting watches, clocks and military dials with a special luminous substance made from radium. It was a fun job, lucrative and glamorous – the girls themselves shone brightly in the dark, covered head to toe in the dust from the paint. They were the radium girls.
As the years passed, the women began to suffer from mysterious and crippling illnesses. The very thing that had made them feel alive – their work – was in fact slowly killing them: they had been poisoned by the radium paint. Yet their employers denied all responsibility. And so, in the face of unimaginable suffering – in the face of death – these courageous women refused to accept their fate quietly, and instead became determined to fight for justice.
Drawing on previously unpublished sources – including diaries, letters and court transcripts, as well as original interviews with the women’s relatives – The Radium Girls is an intimate narrative account of an unforgettable true story. It is the powerful tale of a group of ordinary women from the Roaring Twenties, who themselves learned how to roar.
The Radium Girls racconta la storia delle cosiddette ragazze del radio, le operaie che subirono un avvelenamento da radiazioni di radio, elemento radioattivo scoperto da Marie Curie e da suo marito nel 1898. Il radio era il componente fondamentale della vernice radioluminescente utilizzata per verniciare i quadranti degli orologi per renderli luminosi: considerate che il grosso delle richieste veniva dall’esercito e che stiamo parlando degli USA e di un’azienda aperta nel 1914 e avrete anche solo una vaga idea del quantitativo di radio maneggiato senza alcuna precauzione da queste ragazze (a volte poco più che bambine).
Senza precauzioni perché, sebbene ci fossero indizi che il radio non fosse poi un elemento così innocuo, questi rimasero circoscritti alla comunità scientifica, mentre il marketing vendeva il radio come una specie di panacea per tutti i mali. D’altronde brillava al buio. Veniva usato per trattare alcuni tumori con successo (o almeno così pareva). Era fantastico.
Nessuna delle operaie venne avvertita di fare perlomeno attenzione.
Lip. Dip. Paint.
Questa è la formula, ripetuta più volte nel libro, che descrive la procedura per dipingere i quadranti. Le operaie mettevano i pennelli in bocca per appuntire i peli dei pennelli, immergevano i pennelli nella vernice e dipingevano i numeri e le lancette. Dite che mettersi in bocca della vernice non era comunque una buona idea? Eh, a farglielo capire a quelli della US Radium Corporation… appuntire il pennello con le labbra era il modo più efficiente per produrre più orologi e per dipingerli con più precisione.
Ricorderò questo libro per il dolore estremo e per la lotta incessante. Lo ricorderò per il dolore perché il radio viene scambiato dal nostro corpo per calcio, al quale chimicamente assomiglia: così il radio si deposita nel tessuto osseo, degradandone il midollo e aumentando la possibilità di indurre mutazioni e quindi cancro alle ossa.
L’ho scritto molte volte, non sono una persona particolarmente empatica, però questo libro mi ha devastato. Non tanto per le descrizioni grafiche di cosa accadeva ai corpi di queste ragazze – Moore è molto esplicita, tenetene conto se questo genere di cose vi impressionano – ma per il racconto del loro dolore, un dolore così estremo e disumano da annichilire.
Ma ricorderò questa storia anche per la lotta delle donne che non si sono arrese davanti alla mancanza di una diagnosi corretta, all’impossibilità di una cura, ai rifiuti degli avvocati che non volevano occuparsi di un caso contro un’industria così popolare e strategica, alle menzogne e ai leccapiedi che le portavano avanti. È grazie alla loro tenacia che il diritto del lavoro ha fatto importanti passi avanti negli USA per la tutela dellз lavoratorз, perché la loro salute venisse prima della capacità produttiva.
That was the tragedy. Radium had been known to be harmful since 1901. Every death since was unnecessary.
Questo è un libro che voglio recuperare. Non so per quale motivo, ma le storie in cui ci sono di mezzo le radiazioni mi suscitano sempre una sensazione strana tra il fascino e l’orrore. Delle Radium Girls ho letto da qualche parte che capitava si dipingessero le unghie per gioco con la vernice radioattiva. Ho letto anche di come il radio in quegli anni venisse considerato miracoloso. Lo mettevano nella composizione di creme e altri prodotti di bellezza.
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Immagino sia perché poche cose ci spaventano oggi come le radiazioni.
Sì, ci si dipingevano le unghie o anche i denti, proprio perché era considerato una sostanza praticamente miracolosa (e poi brillava al buio ed era figo). Moore dice che quello nei prodotti di bellezza era poco o punto perché comunque il radio era costoso.
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