Re Sagace è morto per mano del figlio Regal. Anche Fitz è morto, o almeno così credono i suoi amici e nemici. Ma con l’aiuto dei suoi alleati e dello Spirito riemerge dalla tomba, segnato da una profonda cicatrice che gli solca il corpo e l’animo. Il regno è vicino alla rovina: Regal ha saccheggiato la capitale per poi abbandonarla, mentre il legittimo erede, il principe Veritas, è perso nella sua folle ricerca, forse destinato a morire. Solo il ritorno di Veritas, o la successione che spetta di diritto a sua moglie, potrà salvare i Sei Ducati. Ma Fitz non resterà a guardare. Guidato da ricordi confusi e dolorosi, si incarica di una missione: uccidere Regal. Il viaggio lo conduce per acque profonde, su cui scorrono i potenti flussi di magia dei quali scopre di essere dotato; le correnti potranno portarlo negli abissi o renderlo ancor più potente che in passato…

2020 RHC, Task 9: Leggi l’ultimo libro di una serie

Nel lasciare inconclusa la lettura di questa trilogia mi ero dimenticata di quanto meravigliosa fosse la scrittura di Hobb e la sua capacità di tratteggiare personaggi così realistici e umani che sembra assurdo non esistano davvero. È stata una lettura talmente immersiva che, nonostante le quasi ottocento pagine, ho finito il libro in una settimana.

È difficile rallentare il ritmo della lettura quando il tuo cuore sanguina per i personaggi, quando devi sapere se questa volta riusciranno a salvarsi, se hanno davvero intenzione di fare quella cosa così stupida e avventata, se saranno arrivati alla fine delle loro tribolazioni, se arriverà qualche speranza o tutto finirà in disperazione.

Il viaggio dell’assassino è una lunga dondolata su un’altalena di eventi che rischiano di scaraventare a terra Fitz e lasciarcelo per sempre. Nonostante, infatti, Fitz sia un predestinato e pure dotato, sia nell’Arte sia nello spirito, non si può proprio dire che questo gli renda la vita particolarmente semplice. Anzi, sono caratteristiche che, oltre a renderlo inviso e sfruttabile da amicз e nemicз, gli hanno causato innumerevoli sofferenze. A riprova del fatto che essere “speciali” non è poi questo gran guadagno.

Infine, ho adorato il modo in cui Hobb (immagino con un omaggio a Ursula K. Le Guin, che in questo è stata maestra) ha introdotto il tema dell’identità di genere e dell’orientamento sessuale in un mondo fantasy (ma anche nel nostro, parliamo di un romanzo del 1997) decisamente poco avvezzo a interrogarsi su simili questioni. Sono due pagine in croce, ma aggiungono molta curiosità riguardo alle altre trilogie ambientate in questo mondo.