
«Ci troviamo di fronte a una catastrofe. Voglio che proviate la paura che provo io ogni giorno. Voglio che agiate come fareste in una situazione di crisi. Come se la vostra casa fosse in fiamme. Perché è quello che sta succedendo.» Greta Thunberg ha parlato chiaro ai grandi del mondo e ha iniziato così la sua battaglia contro il cambiamento climatico, convinta che «nessuno è troppo piccolo per fare la differenza».
Lo “sciopero della scuola per il clima” di una solitaria e giovanissima studentessa davanti al parlamento svedese è diventato un messaggio globale che ha coinvolto in tutta Europa centinaia di migliaia di ragazzi che seguono il suo esempio in occasione dei #Fridaysforfuture.
Greta ha dato inizio a una rivoluzione che non pare destinata a fermarsi, una battaglia da combattere per un futuro sottratto alle nuove generazioni al ritmo furioso dei 100 milioni di barili di petrolio consumati ogni giorno.
La nostra casa è in fiamme è la storia di Greta, dei suoi genitori e di sua sorella Beata, che come lei soffre della sindrome di Asperger. È il racconto delle grandi difficoltà di una famiglia svedese che si è trovata ad affrontare una crisi imminente, quella che ha travolto il nostro pianeta. È la presa di coscienza di come sia urgente agire ora, quando nove milioni di persone ogni anno muoiono per l’inquinamento. È il «grido d’aiuto» di una ragazzina che ha convinto la famiglia a cambiare vita e ora sta cercando di convincere il mondo intero.

Sono molto costernata nel dover ammettere che questo libro non mi è piaciuto: seguo Greta Thunberg, ho ascoltato i suoi discorsi e sono oltremodo disgustata dall’infantilità con la quale molte persone adulte rispondono alla sua protesta per il clima, per quanto supportata da dati scientifici e dal consenso pressoché unanime della comunità scientifica.
Il problema principale de La nostra casa è in fiamme è la sua superficialità: la questione climatica viene intrecciata con altre questioni – femminismo, diritti delle minoranze, razzismo, capitalismo, neurodiversità – ma non viene spiegato in che modo ognuna di queste questioni è intrecciata all’altra. Si lascia intendere che ci sia un legame senza esplicitarlo, ma se non lo si conosce già, penso che questo libro lasci la sensazione di esagerazione, di voler rendere la crisi climatica più grave di quanto già non sia e questo è assolutamente deleterio in un mondo pieno di gente che non vede l’ora di ignorare i problemi e trovare un capro espiatorio.
La parte meglio riuscita del libro è quella dove si parla di neurodiversità, con alcune parti toccanti per quanto ancora sia difficile per chi è neurodiversu avere una diagnosi e il posto che spetta loro nella società. Malena Ernman ci tiene a ricordare che la sua famiglia ci è riuscita per la sua fortuna e i suoi privilegi, non certo perché ci sia ancora abbastanza sensibilità (e fondi) riguardo ai diritti delle persone neurodiverse.
Infine, veniamo alle colpe di Mondadori.
Cara Mondadori, leggo libri da quando ho imparato a leggere, quasi venticinque anni or sono. So che sei un’azienda e hai bisogno di soldi, ma io da lettrice, mi sento proprio presa per il culo da quel Greta Thunberg sparato in copertina, quando sai benissimo che questo libro è stato scritto dalla madre e dal padre. Vogliamo fare un paragone con la copertina dell’edizione svedese?
Ora Mondadori non è l’unica CE ad aver avuto la grande idea, ma posso dire che schifezza?


Lo stavo leggendo al lavoro… prima che chiudessero. Vorrei tanto poterlo continuare, ma chissà quando.
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Ma pensa! Io l’ho preso su MLOL, ma non so se nel circuito della tua regione possa essere disponibile al prestito.
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Non sono molto per le cose digitali, proprio non mi ci ritrovo, oltre che a capirci poco e niente. Aspetterò la fine del confinamento.
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Dai, prima o poi finirà
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Non sapevo che fosse legale cambiare il nome dell’autore.
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Penso che abbiano potuto farlo perché, sebbene il libro sia scritto in gran parte da Malena Ernman, ci sono dei contributi del marito e delle due figlie (i più famosi discorsi di Greta sono riportati per intero, per esempio). Ho visto che in altre edizioni vengono riportati in copertina i nomi di tutta la famiglia. Però per come è evidenziato il nome di Greta, sembra che il libro l’abbia scritto prevalentemente lei e mi sembra molto scoretto, per chi vuole leggere il libro e per chi lo ha scritto, anche se un po’ tutta la famiglia ha contribuito alla sua stesura.
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In effetti è molto scorretto mettere il nome e la foto di Greta per le vendite.
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Avevano già sparato la sua foto in copertina, non era sufficiente? 😒
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Concordo, mettere insieme una serie di discipline senza approfondire è antidivulgativ. Poi, mettere la faccia di Greta su un libro non suo per meri fini commerciali va a ledere ancor di più la causa.
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Ma infatti, mi ha dato anche a me una sensazione spiacevole pur essendo bene o male d’accordo con lei, figuriamoci chi non vede l’ora di dirle che la crisi climatica non esiste o non è di origine antropica🤷🏻♀️
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