Buona Giornata della Memoria, prodi seguaci.

Scrivo in anticipo di domenica sera, quindi ancora non so quanto sarà spiacevole questa giornata, quanta ipocrisia verrà sparsa ancora una volta e quanti mai più senza alcun significato verranno pronunciati.

Quindi eccovi una citazione da La lista di Schindler di Thomas Keneally: per ricordarci quanto fossero piccoli, gretti e insignificanti gli uomini che misero in atto e gioirono dello sterminio di ebrei, rom e sinti, omosessuali, oppositori politici, asociali (disabili, alcolisti, senzatetto…), testimoni di Geova, emigrati, criminali e di tutte le altre persone che vennero considerate meno di niente.

Il partito nazionalsocialista aveva accordato agli uomini delle SS il grande privilegio di poter andare in battaglia senza correre alcun rischio fisico, di potersi far onore senza incorrere nel pericolo di ricevere una pallottola. Ma l’impunità psicologica era stata più difficile da raggiungere. Ogni ufficiale delle SS aveva degli amici che si erano suicidati. Una certa stampa propagandistica, tesa a combattere quei futili incidenti, metteva in evidenza quanto fosse ingenuo credere che gli ebrei, non portando armi visibili, non disponessero di altri strumenti di lotta, sociali, economici o politici. In realtà, erano armati fino ai denti. Siate spietati, venivano ammonite le SS, perché un bambino ebreo è una bomba culturale a orologeria, una donna ebrea è una biologia di tradimenti, un maschio ebreo è un nemico più incontrovertibile di quanto non potrebbe mai sperare di esserlo un russo.

Amon Goeth si era indurito a dovere. Era sicuro che niente lo avrebbe scalfito e quel pensiero gli dava la stessa piacevole eccitazione che può provare un fondista prima di una prova sul cui risultato si sente assolutamente sicuro. Amon disprezzava, sia pure con una certa tolleranza, quegli ufficiali che lasciavano fare ai loro subalterni, per non essere coinvolti. Lui aveva la sensazione che, sotto un certo aspetto, quell’atteggiamento fosse più pericoloso di una effettiva partecipazione.

Che cosa significava finire nella “lista di Schindler”? Chi era in realtà Oskar Schindler, giovane industriale tedesco cattolico e corteggiatore di belle donne? Basandosi anche sulle testimonianze di quanti lo conobbero, Keneally ricostruisce la vita straordinaria di questo personaggio ambiguo e contraddittorio. Ritenuto da molti un collaborazionista, Schindler sottrasse uomini, donne e bambini ebrei allo sterminio nazista, trasferendoli dai lager ai suoi campi di lavoro in Polonia e in Cecoslovacchia, dove si produceva materiale bellico. Così, fornendo armi al governo tedesco e versando enormi somme di denaro, Schindler salvò migliaia di persone. Resta però un mistero il motivo che lo spinse a intrprendere quella sua personale lotta al nazismo.