
Non sapevamo giocare a niente è la storia, tenera e nostalgica insieme, della travagliata infanzia di Emma Reyes, racchiusa in ventitré lettere che la pittrice scrisse, a partire dal 1969, al suo amico Germán Arciniegas. Emma racconta la storia di una bambina senza padre né madre, frutto di una relazione proibita, tra abbandoni e scoperte, preghiere e paure. Un viaggio che la porterà da una misera stanzetta a una casa coloniale, da una bottega del cioccolato a un convento di clausura. Con un tono bizzarro e ingenuo e con l’ironia di chi si è lasciato tutto alle spalle, l’autrice affronta il proprio passato trasformandolo in un feroce e avvincente romanzo.

Finalmente mi sono decisa a leggere un libro pubblicato da Sur dopo averne comprati non so quanti. Ho iniziato da questo breve libro, l’unico scritto da Emma Reyes, che contiene ventitré lettere autobiografiche. L’autrice, come racconta lei stessa nel libro, ha avuto un’infanzia terribile in un contesto di povertà e violenza.
Per questo motivo, avendo avuto accesso a una misera educazione solo nella tarda adolescenza, ha scelto di scrivere quest’autobiografia in forma di lettere, per la sua difficoltà a mettere nero su bianco la sua esperienza, così come ha preteso che gli errori nella sua scrittura non venissero corretti in segno di rispetto per la sua giovinezza vissuta in povertà.
Le lettere raccontano la vita di Reyes usando il suo punto di vista di bambina e poi adolescente: è pazzesco il realismo della narrazione. Vengono riportati i fatti salienti per una bambina con la sua innocenza che non le permette di capire tutto quello che le accade intorno. In questo modo, non sempre riusciamo a ricostruire cosa sia accaduto: durante la lettura si fanno delle ipotesi, ma nel corso del libro non verranno mai confermate.
Attraverso gli occhi di Reyes vediamo tutta la violenza gratuita scaricata su una bambina indifesa, tutta la crudeltà nel toglierle le sue piccole gioie e la stolida incomprensione di chi pensa di sapere cosa è giusto e cosa è sbagliato e lo impone a suon di punizioni che sfociano nella tortura.
Davvero un libriccino notevole: e se volete dare un’occhiata ai dipinti di Emma Reyes, potete consultare questo link.


Non conoscevo questa autrice, e ora ho velocemente spulciato qulche informazione, da approfondire.
Grazie
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Questo è l’unico libro che ha scritto, ma è davvero molto bello, te lo straconsiglio!💛
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