«Le Fiabe di Beda il Bardo sono una raccolta di storie scritte per giovani maghi e streghe. Sono state popolari favole serali per secoli, perciò Il Pentolone Salterino e la Fonte della Buona Sorte sono altrettanto familiari a molti studenti di Hogwarts quanto Cenerentola e la Bella Addormentata nel Bosco lo sono ai bambini Babbani (non magici)… Siamo oggi lieti di pubblicare in questa sede i commenti del Professor Silente, insieme a una nuova traduzione del testo di Beda a cura di Hermione Granger. Confidiamo che le intuizioni del Professor Silente, che includono osservazioni sulla storia della magia, ricordi personali e informazioni illuminanti sugli elementi chiave di ogni fiaba, faranno apprezzare a una nuova generazione di maghi e di Babbani le Fiabe di Beda il Bardo».
– J.K. Rowling

Le fiabe di Beda il Bardo sono l’ultimo libro della biblioteca di Hogwarts che mi mancava da leggere (con mia somma sorpresa ho letto anche Il Quidditch attraverso i secoli, ma non ne conservo alcun ricordo… sto invecchiando malino), quindi mi sembrava giunto il momento di colmare la lacuna.

In generale, è un libro piacevole, un po’ per le fiabe, un po’ per il commento di Silente, che fornisce altri interessanti dettagli sul mondo di Harry Potter: per me è impossibile non sorridere davanti al fatto che Minerva McGranitt ci tiene a precisare di non aver mai svolto alcuna attività clandestina come Animagus, oppure provare uno strizzotto al cuore leggendo anche solo il titolo di un libro che parlerebbe della lotta di un uomo contro la licantropia.

Però devo confessare che la finzione letteraria ha vacillato di fronte al fatto che queste fiabe sono solo cinque: cioè, voglio dire, Ron Weasley ci aveva raccontato che maghi e streghe crescono con le storie di Beda il Bardo, e sono solo cinque? I genitori raccontano loro in loop solo cinque fiabe? M’è parso super strano…