Buon mercoledì, prodi seguaci!

Spero stiate meglio di me, che sono stata messa k.o. da un fottuto virus maledetto e sto una vera cacca – tipo Mocio Vileda usurato. Quindi, ecco, se durante la settimana non ribatto colpo, sapete che me ne sto a vegetare da qualche parte (fatte salve tutte quelle cose che sono costretta a fare lo stesso…).

Bene, fatti gli aggiornamenti sul mio stato di salute non ottimale, vi lascio con una citazione da Villette di Charlotte Brontë., che sto leggendo per il gruppo di lettura LiberTiAmo di Elisa e Tiziana.

Ci sono persone che si sentono degradate moralmente se si trovano in una posizione sociale più umile, alle quali la perdita di certe relazioni porta la perdita del rispetto di sé: non sono forse giustificate se attribuiscono il massimo valore a quella posizione e a quei rapporti che sono la loro salvaguardia contro una simile degradazione? Un uomo sente che diventerebbe spregevole ai propri occhi se si sapesse in giro che i suoi antenati erano gente semplice e non nobile, povera e non ricca, proletaria e non capitalista: sarebbe giusto in tal caso biasimarlo severamente se tiene nascosti questi fatti così fatali per lui, se si spaventa, trema e si ritrae dinanzi a ogni eventualità che minacci di rivelarli? Più a lungo viviamo, più si allarga la nostra esperienza e meno siamo portati a giudicare la condotta del nostro prossimo e a mettere in discussione la saggezza del mondo: ogni volta che si trova un cumulo di piccole difese – sia che circondino la virtù della persona modesta o la rispettabilità dell’uomo di mondo – allora si può star sicuri che queste sono necessarie.

Quando Lucy Snowe ottiene il posto di istitutrice in un collegio femminile in Belgio, per la prima volta la fortuna sembra sorriderle. Orfana e indigente, timida e sgraziata, per la ragazza quel trasferimento oltremanica è l’occasione per lasciarsi i grigi sobborghi inglesi alle spalle e ricominciare da zero. Ma iniziare una nuova vita non è un’impresa da poco: arrivata a Villette – città immaginaria plasmata da Charlotte Brontë sul modello di Bruxelles –, in un ambiente che le è estraneo, senza parenti né amici, Lucy ci mette del tempo a superare l’iniziale spaesamento e a prendere in mano le redini della propria esistenza. Grazie alla propria forza di carattere, la giovane riesce a guadagnarsi la stima dell’autoritaria direttrice del collegio, Madame Beck, e a entrare in confidenza con suo cugino, il professor Paul Emanuel, un uomo gentile e brillante ma poco portato per la vita mondana a causa del suo temperamento focoso. E proprio nel momento in cui tra i due sembra essere scoccata la scintilla di un’intensa e tormentata storia d’amore, arriva a Villette John Bretton, affascinante amico d’infanzia di Lucy, che costringerà la ragazza a fare i conti con i dubbi e le scelte che s’impongono a ciascuno di noi quando cerca il proprio posto nel mondo.