Catherine Crawfield, metà donna e metà vampiro, è a caccia di non morti. Sta cercando suo padre, che è uno di loro, e non si fermerà finché non lo avrà trovato, perché deve vendicarsi dell’uomo che ha rovinato la vita di sua madre. Ma finisce in una trappola e viene catturata da Bones, un vampiro mercenario, con il quale si troverà costretta a stringere un’alleanza che potrebbe avere conseguenze devastanti. In cambio dell’aiuto a trovare suo padre, Cat accetta di lasciarsi allenare da quell’affascinante cacciatore della notte, fin quando i suoi riflessi non saranno diventati scattanti e taglienti quanto gli artigli di lui. Già sconvolta dal fatto di non essere stata divorata subito da Bones, Cat comincia a domandarsi se esistano anche vampiri buoni. Ma prima di potersi rallegrare degli ottimi effetti dell’addestramento come cacciatrice di demoni, si troverà alle calcagna una banda di assassini. Catherine dovrà scegliere da che parte stare… e la tentazione di cedere a Bones si farà sempre più forte.
Mentre vegetavo senza voglia di fare nulla se non trasferirmi in Islanda, mi è caduto l’occhio su questa serie e ho pensato che era un bel po’ che non mi facevo due risate con Cat e Bones. E per mia fortuna, ho trovato La cacciatrice della notte divertente come la prima volta.
Ora, non che a tutt* possa piacere: dovete essere appassionat* di turpiloquio, paranormal romance e/o urban fantasy e odiare i vampiri che sbrilluccicano e camminano belli dritti perché hanno il moralismo piantato su per il buco del culo. Se già state ridacchiando, direi che La cacciatrice della notte potrebbe fare per voi.
Oltre poi alla storia d’amore tra i protagonisti e la caccia al cattivo, ci sono tematiche molto importanti e che ricorreranno anche più avanti nella serie: il tema del diverso e della sua accettazione/rifiuto, il tema del potere e della difficoltà di gestirlo in maniera etica, l’orrore trasversale della cultura dello stupro e della cultura patriarcale galoppante.
Non è consueto trovare tutto questo in un libro di intrattenimento, soprattutto se fa parte della schiera di quei libri che vogliono far sospirare schiere di fanciulle sull’eroe di turno. Ecco, Jeaniene Frost ci riesce senza mettere in mezzo comportamenti al limite della violenza e della legalità: ecco perché vorrei sbattere il suo libro in faccia a tutte quelle autrici tanto amate e che negli ultimi anni hanno fatto a brandelli qualunque conquista femminista dell’ultimo secolo.
Bones è sì un classico eroe da romance, potente e carismatico, ma è altresì interessato a dare a Cat gli strumenti necessari perché possa salvarsi da sola. Non è il tipo di cavaliere che chiude a chiave la sua scintillante armatura e il suo potente spadone perché altrimenti la fanciulla finirà per farsi male. È il tipo che condivide, che può sbagliare ma sa chiedere scusa e che non accetta cazzate da nessun@, inclusa Cat.
A sua volta Cat, appena la conosciamo, è una ragazza ventiduenne persa in una spirale di odio e cresciuta in una famiglia a dir poco repressiva. Sarà divertente vederla interagire con Bones, di vedute decisamente più aperte, e perdere piano, piano tutti i suoi pregiudizi, visto che l’evidenza dei fatti è un po’ diversa da come se l’era dipinta…
Ho letto “L’oscurità della notte” che è una sorta si sequel della trilogia di Night Huntress e devo dire che mi è piaciuto. Sono d’accordo con te quando dici che Bones pur essendo molto più forte di Cat non le fa pesare questa superiorità e soprattutto la lascia libera di fare le sue scelte. E poi si, trovo comunque divertente addentrarsi nelle “usanze vampiresche”
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“L’oscurità della notte” non è l’ultimo della serie, il settimo? Non sono sicura, l’ho letto in inglese… ed è quello che mi è piaciuto meno della serie…
Sì, mi piace un sacco il rapporto tra Cat e Bones, soprattutto nei primi quattro volumi della serie, poi per me Frost si è persa un po’… ^^
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Potrebbe essere! Non avendo letto la serie di Night non ti posso fare paragoni ma siccome tu l’hai fatto mi fido del tuo parere. In generale penso che quando una serie viene portata troppo per le lunghe, inevitabilmente perde un pò.
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L’errore dell’autrice è stato non finire con la storia narrata in “Home for the Holidays”, che avrebbe dovuto essere l’ultimo romanzo e non una storia breve infra-serie… “Up From the Grave”, purtroppo, è un mix di eventi già visti nei precedenti libri della serie…
Comunque, se il genere ti piace, è una serie che ti consiglio di recuperare: pur con i suoi difetti, merita davvero di essere letta! ^^
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Diciamo che è un “ni”. Mi piace il genere ma ne ho visto/letti davvero tanti! Magari ci faccio un pensierino.
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Ah, be’, allora! Meglio evitare l’indigestione! 😀
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