Alison ha amato e temuto suo padre Bruce, un uomo enigmatico, distaccato,perfezionista. Gli altri membri della famiglia non sono da meno: a casa Bechdel la dedizione all’arte nelle sue varie espressioni, e il consolatorioappagamento che può offrire, hanno sostituito il calore e il nutrimento di unavera “casa”. La distanza tra padre e figlia potrebbe finalmente dissolversi quando i due si confessano il segreto che li accomuna, l’omosessualità. Questo spiraglio verso una più profonda comunione, però, si richiude drasticamente: Bruce muore, forse per un tragico incidente o forse per un atto disperato. Alla figlia non resta che immergersi in un viaggio nella memoria, penoso e appassionato al tempo stesso, per ricomporre e rielaborare la propria storia e quella della sua famiglia. Fun Home è il diario di questo viaggio, un memoir a fumetti in cui la ricchezza dei testi dialoga con l’eloquenza del disegno. Alison Bechdel sa fondere la finezza dell’ironia, delle citazioni, dei riferimenti letterari con la brutale onestà necessaria per raccontare le tensioni sotterranee della vita familiare e i conflitti che accompagnano la presa di coscienza della propria identità sessuale. Fun Home è la prova della maturità di una narratrice. E un esempio della potenza espressiva del graphic novel contemporaneo.
Come sa chi mi segue da un po’, il fumetto non è un genere che frequento spesso, ma ho deciso di leggere i libri più censurati e censurabili della Book Banned Week e ci sono ben due graphic novel. Una di queste è proprio Fun Home e sono oltremodo contenta di averla incrociata. Ne consiglio la lettura soprattutto a quelle figlie che hanno un rapporto spigoloso con il proprio padre: si ritroveranno molto nelle parole di Alison Bechdel, al di là delle specificità di ogni vita ed esperienza.
Fun Home è un’autobiografia ragionata di un rapporto padre/figlia che non può sfociare nell’odio perché non c’è abbastanza dolore e non può sfociare nell’amore perché non c’è abbastanza affetto. Padre e figlia si trovano in questo limbo infernale dal quale sembra impossibile uscire perché nessuno dei due riesce ad aggirare quel muro di silenzi e incomunicabilità che hanno costruito tra di loro.
I disegni di Alison Bechdel sono estremamente “parlanti”. Nonostante non sia un libro lungo, si impiega molto tempo a leggere Fun Home proprio perché oltre alle parole è necessario leggere le immagini. Magari è consueto nelle graphic novel e io sto soltanto riferendo la scoperta dell’acqua calda, ma in ogni vignetta ci sono dei dettagli capaci di dare spessore alla narrazione e coinvolgerci nella storia.
La storia, della quale non voglio darvi alcun dettaglio perché è una di quelle che vanno scoperte pagina dopo pagina, è al contempo raccontata e analizzata. Ecco perché prima l’ho definita un’autobiografia ragionata: Alison Bechdel ci racconta la sua vita con suo padre e la analizza, in un processo che – credo – abbia fatto bene a lei e, di certo, fa bene a noi.
Gli intrecci con la letteratura e le citazioni sono molteplici – Proust, Oscar Wilde, Fitzgerald, Wallace Stevens – e aiutano a orientarsi in un mondo di non-detti e ipotesi che non necessariamente portano alla verità, ma almeno possono darci una pace e una serenità.