Rumore di passi sul Sentiero del Vettore. Roland, l’ultimo cavaliere di un mondo che è “andato avanti”, e il suo bizzarro seguito – il giovane Jake, Eddie e sua moglie Susannah – cercano di raggiungere la Torre per arrestare il disfacimento della realtà e il suo annullamento nel caos. Ma attraversando le foreste del Calla, una regione del Medio-Mondo, si imbattono nella tragedia di una piccola comunità rurale sfinita dalle incursioni di un nemico ignoto e spaventoso. Non sono infatti predoni comuni quelli che scendono dalle alture circostanti, ma creature dal muso di lupo che assaltano le case con armi invincibili seminando morte e distruzione. E portandosi via i bambini, ai quali, prima di restituirli, fanno qualcosa di orribile.
«Dici a te stesso che lo hai fatto per tuo figlio così puoi dormire di notte. Io dico a me stesso che quello che ho fatto a Jake l’ho fatto per non perdere la possibilità di raggiungere la Torre… e questo serve a me per dormire di notte. La differenza che passa tra noi, la sola differenza è che io non ho mai accettato un paio d’occhiali.»
Generalmente detesto le lunghe digressioni in corso di serie: danno spesso l’impressione di essere solo un espediente per riempire le tasche a spese dei lettori. I Lupi del Calla è una lunga digressione rispetto al cammino verso la Torre.
O almeno è quello che sembra ad un primo impatto. In realtà, arrivati in fondo al romanzo, sembra più che sia una lunga spiegazione di dettagli fondamentali per arrivare alla misteriosa Torre Nera. La rosa, Calvin Torre, Padre Callahan, i Lupi, i gemelli, i Frangitori, Mia… tutti passi verso la Torre Nera.
La storia di Callahan, in particolare, occupa una buona porzione di romanzo e l’ho trovata davvero toccante. Mentre raccontava, non riuscivo davvero a staccarmi dalle pagine. Penso che sarà un’interessante aggiunta al nostro ka-tet, sempre che entri a farne parte.
Susannah e Jake si prendono delle belle batoste a questo giro. Di Susannah sapremo di più nel prossimo libro, mentre quello che è accaduto a Jake mi ha davvero colpito a fondo. Spero che Oy gli faccia tante coccole…
Anche Roland ha il suo bel daffare, tra la comparsa di subdoli dolori e la sua convinta necessità di mantenere certi segreti al suo ka-tet (per poi sentirsi una schifo quando i suoi compagni non reagiscono così male come aveva pensato). Ma lui è così: un pistolero tostissimo.
Eddie, infine, è lo stesso coglione di sempre, la perfetta spalla di Roland, che è così inavvicinabile da non sembrare quasi umano. Eddie, con la sua voglia di scherzare e le sue freddure, ci mostra il lato umano di una storia di eroi.