Porte con maniglie a forma di lucertola che si spalancano su luoghi misteriosi, statue che parlano, una bambinaia impazzita che si aggira con una scure in mano… I sogni di Liv Silver, quindici anni, negli ultimi tempi sono piuttosto agitati. Soprattutto quello in cui si ritrova di notte in un cimitero a spiare quattro ragazzi impegnati in un inquietante rituale esoterico. E questi tipi hanno un legame con la vita vera di Liv, perché Grayson e i suoi amici sono reali: frequentano la stessa scuola, da quando Liv si è trasferita a Londra. Anzi, per dirla tutta, Grayson è il figlio del nuovo compagno della mamma di Liv, praticamente un fratellastro. Meno male che sono tutti abbastanza simpatici. Ma la cosa inquietante – persino più inquietante di un cimitero di notte – è che loro sanno delle cose su Liv che lei non ha mai rivelato, cose che accadono solo nei suoi sogni. Come ciò possa avvenire resta un mistero, esattamente il genere di mistero davanti al quale Liv non sa resistere…
Mi duole molto scrivere questa recensione: Kerstin Gier mi piace davvero tanto, ma ho fatto una fatica pazzesca a finire questo libro (alla fine mi sono tappata il naso e l’ho “buttato giù” d’un fiato).
Cosa non ha funzionato con me? Dato che lo stile della Gier è frizzante come suo solito, direi la trama. Tutta questa storia dei sogni e dei misteri a essa collegati mi è sembrata priva di senso e di forza. Non è riuscita a catturare il mio interesse, gran parte di quello che ho letto mi è sembrato una sovrabbondanza che impediva alla storia di ingranare.
Avrei apprezzato di più i vagabondaggi di Liv tra i sogni se questo fosse servito a qualcosa, se fosse così venuta a sapere di qualche segreto che mettesse pepe alla narrazione. In parte, credo che il mio disinteresse sia dovuto anche alla scarsa partecipazione del personaggio Liv a ciò che sta accadendo. Più che inconsapevole dei guai in cui si sta cacciando, sembra un’attrice della sua stessa storia: sembra agire sapendo come sarà il finale.
Anche il gruppetto di ragazzi super-bellissimi (Henry, Arthur, Grayson e Jasper) mi ha lasciata perplessa. Quello che mi ha intrigato di più è stato – pensa un po’! – Jasper, ma solo perché il suo ruolo è quello del cretino (anche se forse riserverà qualche sorpresa, chissà!). Grayson, il fratellastro-di-Liv-sì-ma-forse-no, è tenero e dolce, ma non mi ha fatto scoccare nessuna scintilla. Dall’altra parte, sono rimasta del tutto indifferente di fronte a Henry, ragazzo-di-Liv-che-nasconde-qualcosa. Arthur, infine, se la batte alla pari con Jasper per il ruolo di cretino (almeno per come se ne esce da Silver).
I personaggi secondari, invece, mi sono sembrati più interessanti. Su tutti, la sorella di Liv, Mia: mi ha indotto a chiedermi, in effetti, come mai non fosse lei la protagonista…