Buon mercoledì, prodi seguaci!⛺
Si fa per dire, visto che un pezzo d’Italia è di nuovo alluvionato perché non ci stiamo nemmeno provando a prendere atto del fatto che siamo in mezzo a una crisi climatica e che dobbiamo cercare di premunirci contro questi eventi estremi, per quanto possibile.
E a proposito di altri ambiti nei quali battiamo la fiacca nel portare i necessari cambiamenti, ecco due librini sulle discriminazioni di genere, dati alla mano e che avevate già visto nel piglio dal mucchio di marzo.

Viviamo in un mondo di maschi e di femmine. Difficile immaginare qualcosa di più naturale. Ma sappiamo davvero in cosa sono diversi? Cos’è il sesso in biologia? E il genere? Come funziona l’orientamento sessuale? Il mondo è davvero binario? La visione che lo separa sulla base dei due sessi è semplice e ovvia quanto l’idea che fosse il Sole a girare intorno a noi, prima della rivoluzione copernicana. Maschio e femmina sono distinti nella sostanza e nei ruoli. Eppure, questa visione non corrisponde alla realtà. Per un tempo troppo lungo abbiamo trovato differenze dove non ce ne sono e le abbiamo trasformate in dogmi. Abbiamo invece ignorato le differenze davvero importanti. La nostra cultura ha strumentalizzato le differenze legate a sesso e genere e le ha esasperate. Al contrario, la scienza le ha ignorate troppo a lungo. Il corpo femminile è stato poco studiato, poco considerato e, di conseguenza, curato male. Per secoli la medicina è stata una medicina dei maschi bianchi per i maschi bianchi. Continuare a ignorare questo gravissimo squilibrio significa ridurre la nostra capacità di curare. Perché, per esempio, siamo più abili a trattare le malattie cardiovascolari negli uomini e la depressione nelle donne? Una rivoluzione nella scienza, nelle nostre abitudini e nelle parole che usiamo è urgente. Può cominciare con la medicina di genere. Antonella Viola ci guida alla scoperta di una medicina giusta, finalmente attenta alle differenze fisiologiche legate al sesso ma anche alle conseguenze che le disparità di genere esercitano sulla salute. “Fare la rivoluzione”, scrive Viola, “significa avere occhi nuovi per guardare noi stessi e il resto del mondo. Occhi nuovi per riconoscere le differenze che contano. E per dare loro valore”. In biologia il sesso è nato come opportunità di adattamento a un ambiente che cambia in fretta. Oggi è diventato la nostra gabbia, perché viviamo in un mondo rigidamente binario. Senza vedere le differenze che contano. Perché esiste il sesso? Che differenza c’è fra sesso e genere? Maschi e femmine sono diversi? E in cosa? Li stiamo curando nel modo giusto?
Sapete qual è la cosa più assurda di chi si ostina a dire che esistono solo gli uomini e le donne e che ci sono tra di loro delle differenze che non possono essere cancellate? È che hanno eletto a dogma differenze basate sulle discriminazioni storiche tra uomini e donne e non hanno fatto sì che ci si preoccupasse delle effettive differenze tra i vari tipi di corpi. Come a esempio l’idea che il cervello dovesse essere per forza diverso in qualcosa da quello degli uomini: con grande scorno, però, non è mai stato trovato niente di davvero significativo. Anzi, spesso gli studi hanno fatto sorgere il dubbio che queste differenze fossero solo il frutto dell’ambiente, vista la grande plasticità (cioè la capacità di modificarsi in base agli stimoli ricevuti) del cervello umano.
Nel tempo questo ha causato la cancellazione di tutte le sfumature che possono esistere sul confine tra corpi maschili e corpi femminili, dell’influenza che il genere di appartenenza ha sullo sviluppo della persona e la completa ignoranza del fatto che un maschio caucasico di 70 kg lascia fuori non solo le donne, ma anche una bella fetta di uomini.
Il sesso è (quasi) tutto fa il punto su quello che sappiamo oggi e dove sarebbe opportuno intervenire per correggere le distorsioni create da secoli di dogmi antiscientifici sul sesso, l’identità di genere e gli orientamenti sessuali. È un libriccino molto agile e si premura di dare delle informazioni di base di biologia prima di affrontare la questione della inconsistenza della divisione binaria del sesso, in modo che chiunque possa seguire bene la trattazione. Quindi ne consiglio la lettura a chi vuole iniziare a interessarsi alla questione, in modo da avere una buona base di partenza per poi approfondire ulteriormente.

Emanuela Griglié e Guido Romeo ci accompagnano in un viaggio nel maschilismo dei dati e dimostrano che un mondo a misura solo di uomini va stretto a tutti. E come cambiarlo. Una nuova generazione di leader donne sta conquistando la scena internazionale. Il soffitto di vetro finalmente scricchiola, ma siamo sicuri di essere alle porte di un cambiamento epocale? A guardare bene, purtroppo, si scopre un secondo soffitto, più resiliente e invisibile: è quello dei dati che governano la nostra realtà e che sono sempre più cruciali nel determinare non solo come sono disegnate le nostre auto e le nostre città o chi assumere dopo un colloquio di lavoro, ma anche come funzionano molti farmaci salvavita o come si comportano i sistemi di intelligenza artificiale. Ecco perché le donne hanno il 75 per cento di probabilità in più di soffrire per gli effetti collaterali di un medicinale e il 17 per cento in più di morire in un incidente stradale. Il mondo, è vero, sta cambiando. Ma lentamente. Al ritmo attuale ci vorranno 280 anni per raggiungere la parità di genere nella computer science e 258 nella fisica, anche perché il sistema dell’informazione è ancora molto maschio-centrico: per esempio, otto notizie su dieci parlano di uomini.
Da Per soli uomini sono rimasta molto delusa: in primis perché si tratta fondamentalmente di un elenco di ambiti nei quali si è preso come standard un corpo e una figura maschile (il famoso maschio caucasico di 70 kg), ignorando qualunque variazione e diversità. Nessun punto dell’elenco viene approfondito e, per quanto possa essere deprimente e importante rendersi conto di quanto questo appiattimento accada spesso e in diverse circostanze, avrei gradito un’analisi accurata.
Poi ho trovato davvero irritante il modo in cui sono state usate le note. Ogni volta che venivano citati fatti accaduti, invece di raccontarli e inglobarli in maniera armonica con la discettazione, sono stati rimandati interamente alle note. Ora, capisco che non si potesse scendere nei dettagli di tutto, ma questo è l’argomento principale del saggio e sono informazioni fondamentali per la comprensione della tesi, quindi non ho capito perché si è dato per scontato che lǝ lettorǝ sapesse di cosa si stava parlando ogni volta.
La buona notizia è che esiste un altro libro sullo stesso tema, Invisibili di Caroline Criado Perez, che pare sia molto migliore di Per soli uomini. Intanto me lo sono segnato, poi vedremo se le voci sono veritiere.
Avete altri libri interessanti sull’argomento? Magari per approfondire un po’? Fatemi sapere!
A presto!🧮
Un libro che ti consiglio è Economia doppia x di Linda Scott. Ho avuto modo di ascoltare l’autrice durante un convegno. Lei ha svolto una ricerca sulla discriminazione della donna e su quanto l’esclusione (più o meno marcata) delle donne dal lavoro, dall’istruzione, dai posti di potere sia deleteria per i paesi che la attuano e per l’intera umanità. Molto interessante, fa pensare. Un altro libro molto interessante è La rete non ci salverà, di Lisa Giugni, che parla delle discriminazioni e della violenza verso la donna nel mondo dei social.
"Mi piace"Piace a 1 persona
Grazie per i consigli, me li sono segnati!☺️
"Mi piace""Mi piace"