Buon giovedì, prodi seguaci!🛝

Oggi due brevi recensioni di due libri sull’anarchia: sono stati entrambi un po’ una delusione, ma il primo almeno mi ha lasciato aperta una porta interessante che deve assolutamente andare a vedere dove conduce.

Copertina de Lo sguardo anarchico di Colin Ward e David Goodway: c'è una foto di Ward in primo piano che guarda in lontananza; sullo sfondo si vedono una ringhiera in metallo e un albero

Con il peculiare sguardo anarchico che gli è proprio, Colin Ward, per oltre mezzo secolo, ha guardato alla società in modo non convenzionale cercando – negli interstizi, nelle crepe, negli spazi lasciati liberi dalle istituzioni – le espressioni altrimenti poco visibili di quell’inesauribile resistenza popolare all’omologazione basata su una creatività solidale e su un uso alternativo dello spazio e delle risorse. Un uso alternativo ai prevalenti modelli gerarchici e burocratici, così come all’assistenzialismo e alla mercificazione. Un uso comunitario e tendenzialmente egualitario e libertario in cui il suo occhio – come racconta in questa intensa conversazione con l’amico Goodway – vede il seme di un’anarchia reale. Un’anarchia cioè che è già, per lo meno potenzialmente, nel fare: non solo nelle cose che vengono fatte ma anche nel modo in cui vengono fatte. Un fare che non risponde più a grandi sogni palingenetici ma a reali bisogni di abitazione, lavoro, gioco, consumo, trasporto…

Questa lettura è stata il fallimento più proficuo che mi sia capitato ultimamente, perché è palesemente un libro intervista pensato per chi già conosce la figura e il pensiero di Colin Ward, mentre io penso di non averlo mai sentito nominare prima di incrociarlo così, totalmente per caso.

Tuttavia sono contenta di averlo letto: così ho potuto avere un assaggio del pensiero di Ward, che mi ha incuriosita abbastanza da volerne sapere di più, principalmente perché sembra rispondere alla critica, spesso rivolta alla teoria anarchica, di essere poco concreta e poco applicabile alla realtà. Ward sembra determinato a tirare fuori l’anarchia dall’utopia e non ho potuto fare a meno di segnarmi le sue opere, soprattutto Anarchia come organizzazione. Fortunatamente sono state portate in Italia da Elèuthera e sono quasi tutte disponibili.

Quindi se anche per voi è un nome nuovo, vi consiglio di tornare su questo libro dopo che avrete conosciuto meglio il suo autore tramite le sue opere: non c’è bisogno che anche voi facciate lo sbaglio di incontrarlo in Lo sguardo anarchico quando avete la possibilità di andare direttǝ a quello che ha scritto.

Copertina di Gérard Thomas: è completamente rossa

L’anarchia come sentimento, come sogno, come utopia di pace, come bisogno di condivisione, come una lunga storia d’amore, come unica vera possibilità di costruire un mondo senza capi, senza sfruttamento, senza frontiere e senza divisioni.

Divisore

Visto che tra i miei acquisti c’era anche L’anarchia è una cosa semplice ed ero in argomento, ho pensato di leggere anche questo, considerato che è pure un libriccino molto breve.

È il mio secondo libro di Thomas e pure la mia seconda delusione: io e lui evidentemente non siamo in sintonia e sarebbe proprio l’ora che smettessi di comprata i suoi libri abbagliata dai suoi titoli accattivanti (giusto per ricordarmi che potrebbe essere una cattiva idea dargli una terza possibilità con Il comunismo spiegato ai bambini capitalisti).

Il fatto è che, consapevole della vastità delle cose che non so, sono felice quando qualcunǝ che quelle cose le sa si prende la briga di spiegarle anche a me, con pazienza e semplicità: viva la buona divulgazione in qualunque ambito, non ce n’è mai abbastanza. Il problema per me è che Thomas più che semplificare i concetti per renderli accessibili a chiunque tende più a banalizzarli e questo non è fare divulgazione, ma buttarla in caciara, ritenendo accettabile non trasmettere anche la complessità delle teorie e dei concetti. Se a tutto questo aggiungiamo anche una spolverata di sentimentalismo, potete ben capire che il mio livello di seccatura è aumentato finché non ho terminato la lettura.

E meno male che era un libro corto.

Divisore
Valutazione del libro: una stellina gialla
Divisore rosso, due rami incrociati

Eccoci qua: avete dei buoni libri sull’anarchia da consigliarmi? È evidente che da sola non sono stata brava a pescare nel mucchio!😅

A presto!🪀