
Alle elementari Francesco è un disastro: non ricorda i mesi dell’anno, confonde le lettere e non riesce proprio a imparare le tabelline. L’ora di matematica – la sua bestia nera – la passa a disegnare, relegato in fondo all’aula. Finché arriva la maestra Diana, che capisce tutto: quello scolaro non è né pigro né poco intelligente, forse è dislessico. I test confermano in pieno i sospetti, ma la supermaestra ha già escogitato un piano strategico: il bambino non studierà leggendo i libri, ma ascoltando e, per esercitare la memoria, recitando. La strada non è sempre in discesa: non tutti gli insegnanti sono così preparati e ingegnosi, non tutti capiscono che, per lui, la calcolatrice non è il rimedio alla fatica di moltiplicazioni e divisioni, ma uno strumento indispensabile come sono gli occhiali per un miope. Ci vuole ostinazione, e anche qualche battaglia, per affermare i propri diritti. Ma intanto Francesco è diventato così bravo a recitare da entrare in un’accademia teatrale. E al momento di realizzare il suo primo spettacolo, mette in scena la storia più bella che conosce: quella di un bambino che, con la sua creatività e il suo talento, ha annientato l’orco-dislessia. Un’idea che porterà più di una sorpresa. Un libro dedicato ai tanti ragazzi che si sentono stupidi perché sono lenti a leggere, scrivere o fare i calcoli, e non sanno che la dislessia non è una malattia, ma solo un diverso modo di funzionare del cervello. Un modo che può rivelarsi originale e a volte geniale, come è stato per Einstein, Agatha Christie, Walt Disney, Mika e tantissimi altri.
2022 RHC, Task 23: Leggi un libro scritto da un*autorǝ disabile
In generale, Il pesce che scese dall’albero è stata una lettura molto carina, scorrevole e simpatica su quella che è stata l’esperienza di un ragazzo con DSA nella scuola italiana. È vero che nel frattempo ci sono stati diversi cambiamenti, sia da un punto legislativo, sia da un punto di vista dell’attenzione a individuare questo genere di disturbi e prendere i conseguenti provvedimenti per far vivere allə bambinə un’esperienza scolastica positiva, ma a quel che sento tanto ancora resta da fare, perché mi sembra che troppo dipenda ancora dalla singola scuola e dallə singolə insegnante.
Ora, Il pesce che scese dall’albero non racconta niente più dell’esperienza di Riva e se da una parte di queste testimonianze non se ne hanno mai abbastanza perché abbiamo ancora un’attenzione e una sensibilità da costruire, dall’altro lato non porta nessun tipo di riflessione aggiuntiva rispetto a quelle che già si trovano in altre storie del genere.
Riva è anche un attore teatrale (che ha anche scritto e portato a teatro un monologo teatrale proprio sull’esperienza di un bambino con DSA) e ne Il pesce che scese dall’albero si sente tanto: ho avuto l’impressione che letto ad alta voce avrebbe avuto tutto un altro effetto. Resta comunque una lettura e una testimonianza piacevole da aggiungere al proprio bagaglio.
Interessante. Me lo segno. È sempre bello trovare romanzi e tema DSA ☺️
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Puoi prendere nota di questo e di “Dove sei Albert?”, sempre di Riva e ispirato al suo monologe teatrale sulla dislessia 😊
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Ottimo, grazie ☺️
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