
Il dottor Eitan Green è una persona onesta e un ottimo medico, impegnato a salvare vite. Una notte, guidando la sua jeep a tutta velocità nel deserto, investe un uomo, un migrante africano. L’uomo è ferito mortalmente e il dottor Green, preso dal panico, fugge. Questa decisione cambierà la sua esistenza. Il giorno dopo, una donna bella, misteriosa e dalla pelle nera bussa alla porta della casa di Eitan e gli porge il portafoglio perduto nel luogo dell’incidente. La donna lo ricatterà, ma non chiedendo soldi. Lo condurrà invece in luoghi, reali e interiori, che il dottor Green non avrebbe mai immaginato di dover esplorare.Svegliare i leoni è un romanzo che corre sul filo della suspense, coinvolgendo il lettore in una riflessione sulla fragilità dei princìpi morali, sulla vergogna e sui desideri proibiti che si celano in ognuno di noi; un testo potente, universale e intimo che guarda e fa luce nelle zone nebulose dell’anima ponendoci la domanda pressante: «E tu, che cosa avresti fatto?».
2022 RHC, Task 10: Leggi un thriller politico scritto da un*autorǝ marginalizzatǝ (una persona razzializzata o LGBTQIA+)
Qual è la linea che separa le buone azioni dalle cattive? Siamo indottɜ a pensare che si tratti di una linea morale, concernente quindi i grandi principi della collettività che guidano il nostro comportamento: vi si può aderire o li si può rigettare, e al di là degli estremi c’è quella zona grigia dove si piazza la stragrande maggioranza di noi che tira a campare e a stare meglio che può in questo mondo infame.
Ma se invece quella linea fosse una linea di privilegio? Se solo chi ha un certo grado di privilegi e potere potesse permettersi il lusso di scegliere liberamente di fare del bene o fare del male? Gundar-Goshen decide di indagare la questione esaminando il privilegio di classe e quello razziale.
All’inizio conosciamo Eitan. È facile volergli bene: è stato spedito in un ospedale periferico per aver tentato di denunciare il suo mentore che si intascava delle mazzette. Si direbbe un uomo dai principi saldi e capace di rinunciare ai propri privilegi per fare la cose giusta. Eppure quest’uomo investe per fatalità un immigrato eritreo e lo lascia lì a morire, raccontandosi un sacco di giustificazioni sul fatto che, in quanto medico, aveva riconosciuto che non c’era niente da fare e che, comunque, quel tizio là non ci doveva proprio essere.
Eitan quindi da vittima si fa carnefice, incapace di riconoscere il suo proprio privilegio, in un susseguirsi di circostanze che lo porteranno a una situazione di sovvertimento dell’equilibrio di potere che renderà possibile all’autrice indagare su come il sistema di potere basato sui privilegi di razza e di classe perverta anche le buone azioni. Anzi, alla fine buone e cattive azioni di mischiano ed è difficile dire, nella complessità della realtà, cosa è stato davvero giusto e cosa è stato davvero sbagliato, perché l’ambiente entro il quale queste azioni si sono svolte non è neutro.
Quando infine l’equilibrio sarà nuovamente ristabilito, così come vuole la fase finale di una storia, sarà un equilibrio ingiusto come quello di partenza, perché nessunə ha davvero il potere o la volontà di cambiare l’assetto della società.