
Celestial e Roy sono l’incarnazione del sogno americano: lui, pur provenendo da una famiglia della classe operaia della Louisiana, è riuscito a frequentare il college e ritagliarsi un posto nella società come dirigente, lei è una promettente artista emergente. Sposati da appena diciotto mesi, hanno una splendida casa ad Atlanta e stanno cercando di avere un figlio. Durante una visita ai genitori di Roy, la giovane coppia pernotta in un hotel. Dopo un litigio di poco conto, Roy esce dalla stanza per prendere del ghiaccio. Nella hall dell’albergo incontra una donna con un braccio fasciato, che gli chiede una mano per risolvere un problema con il condizionatore della propria stanza. Dopo aver scambiato quattro chiacchiere con la sconosciuta, Roy torna da Celestial, si riappacificano e si addormentano. All’alba vengono svegliati dalla polizia che butta giù la porta della stanza e arresta Roy con l’accusa di stupro. Ad additarlo come il proprio aggressore è la donna a cui ha prestato aiuto la sera precedente. La donna è bianca, Roy e Celestial sono afro-americani. Roy viene condannato a dodici anni per un crimine che non ha commesso, solo e unicamente in virtù del colore della sua pelle e del pregiudizio che ne consegue. Benché fieramente indipendente, Celestial si ritrova all’improvviso sola, povera e disarmata, trovando conforto in André, un amico d’infanzia da sempre innamorato di lei. Dopo cinque anni di carcere, la condanna di Roy viene commutata e lui si ritrova libero, pronto a tornare ad Atlanta e a riprendere in mano la propria vita, inconsapevole dei cambiamenti avvenuti negli anni della sua detenzione. Un matrimonio americano è una commovente storia d’amore e, al contempo, un penetrante sguardo nel cuore e nella mente di tre persone che sono, allo stesso tempo, legate e separate da forze al di fuori del loro controllo. Un capolavoro di narrazione, un implacabile affresco del razzismo che ancora permea l’odierna società americana, un romanzo imprescindibile.
2022 RHC, Task 3: Leggi un qualsiasi libro scelto tra le finaliste/candidate/vincitrici del Women’s Prize
Un matrimonio americano mi ha reso evidente che io il matrimonio non lo capisco e trovo anche molto noioso che si provi a spiegarmelo. Durante la lettura, una parte di me si chiedeva perché cavolo mi stessi annoiando a leggere questa storia nella quale Jones mi raccontava quanto la vita e una relazione possono essere ritorte da un’improvvisa condanna ingiusta e da anni di carcere da innocente e l’unica risposta che mi balenava nella mente è che a me tutta questa manfrina su come deve essere il matrimonio, sulle donne che sono così e gli uomini cosà sembrava vuota e priva di significato.
Perché si continua a dare tutta questa importanza al matrimonio? Ovviamente non intendo come relazione tra persone (che è sempre una cosa importante), ma proprio come istituzione: al di là della sua ufficialità e della sua rilevanza civile, cosa renderebbe il matrimonio speciale? Cosa del matrimonio fa sentire le persone autorizzate a brandirlo come una mazza per rivendicare presunti diritti sullǝ partner? Dopo l’introduzione del divorzio che ha sancito l’ufficialità di quello che accadeva di fatto, cioè la possibile fine delle relazioni unite in matrimonio, dobbiamo davvero ancora parlare del fatto che il matrimonio non garantisce il per sempre?
Da Un matrimonio americano ho avuto la sensazione che rimanere vedovi non sia una tragedia per la perdita dell’amata, ma perché si perde la persona che mandava avanti la casa, come si diceva un tempo, e quindi adesso è necessario arrangiarsi come si può: imparare a cucinare, fare la lavatrice. Una vera digrazia. Per non parlare di tutta la retorica sulla Persona Della Vita, quella che incontri una volta sola e che una volta persa non c’è modo di essere di nuovo felici.
Non dubito che ci sia ancora un gran numero di persone con questa mentalità e che Jones l’abbia ben rappresentata. Il problema è che io non trovo particolarmente interessante leggere un intero romanzo sulla questione.