The Myrian Enclave is in disarray after a Dathirii strike team interrupts Avenazar’s dangerous ritual, but Diel Dathirii is in no position to take advantage of it while his home is lost to Allastam’s soldiers.
Despite the Myrian trade war’s brutal turn, its key battles still happen in the shadows. Resistance inside the Dathirii Tower organizes itself around the family’s new steward, Yultes, even though he is as uncertain of his allegiances as everyone else. Outside, Branwen reaches to every spymaster resource she has to strengthen their position and undermine the Myrian-Allastam alliance.
When Master Avenazar recovers from his grievous injury and sets his mind to revenge, the unsteady alliances forged within and without the Dathirii Tower will decide the city’s future.

Ci eravamo lasciatз con la notizia che mancava un ultimo libro alla conclusione di questa trilogia e riprendiamo il discorso con la certezza che questa è diventata una tetralogia e che a City of Deceit seguirà la conclusione, City of Exile (che dovrebbe uscire nella prima metà del 2023). Magie – si fa per dire – del Covid, che ha stravolto i piani a tuttз, compresa Claudie Arseneault.

In tutta onestà, la cosa non mi dispiace affatto: questa serie mi fa stare così bene, a dispetto di tutto il dolore attraverso il quale Arseneault fa passare i suoi personaggi, che mi fa molto piacere poter passare a Isandor altro tempo. City of Spires è, a mani basse, una delle migliori storie che abbia mai letto per quanto riguarda la rappresentazione di asessualità e aromanticità, in tutte le loro forme e declinazioni. In generale, ogni orientamento e identità di genere viene perfettamente amalgamato nella storia: entrambi hanno rilevanza nel modo in cui i personaggi vivono e costruiscono le loro relazioni con lз altrз, ma sono solo un aspetto delle loro personalità.

Ammetto che, nonostante io fossi nella mia nuvola di felicità aroace, in questo libro non succede granché: è tutto incentrato sulle difficoltà della famiglia Dathirii facente capo a Diel di recuperare il titolo e il prestigio perso nel precedente volume in modo da riunire la famiglia e poter affrontare Avenazar. Ho apprezzato molto che i personaggi fatichino molto ad adattarsi alla nuova situazione e che questo stravolgimento tiri fuori dei lati nascosti, o finora meno evidenti, di loro. City of Deceit non è un romanzo pieno di soluzioni brillanti per tirarsi fuori dai guai: è un romanzo di dolore, di lutto e di smarrimento. I personaggi che abbiamo imparato ad amare sono sconfitti, ripiegati su stessi e sulla propria sofferenza e ributtati indietro non appena provano a risollevarsi.

Eppure, nemmeno in mezzo a questa disperazione la lotta è vana e già sembra di intravedere i primi elementi che porteranno lз Dathirii e lз loro alleatз a tornare a casa e a vite tranquille e pacifiche (e a una fine orribile, la più orribile possibile, per Avenazar, grazie). Le loro lotte, così infruttuose e frustranti in City of Deceit, in realtà sono riuscite a far nascere delle possibilità: ancora tremolanti, eppure già presenti negli strappi e nelle lacerazioni che la resistenza crea nel tessuto soffocante del potere. Non vedo l’ora di leggere come lз mieз beniaminз sfrutteranno queste possibilità che sono costate loro così tanto dolore.