Chi sono gli “Asessuali”? Cosa racchiude tale neologismo? Il prefisso privativo apposto al termine che qualifica generalmente la natura riproduttiva umana, la quale si reputa fatta di impulso e necessità, comporta soltanto una paradossale ed estemporanea provocazione, una teorizzazione ossimorica o contraddittoria, oppure, viceversa, dà ragione di un’identità naturale misconosciuta e dà conto della costituzione attiva di una specifica comunità sociale? Da quanto e da dove si va poi sollevando la voce di una siffatta rivendicazione? Quali possono essere i caratteri e le ragioni del rigetto della sensualità o dell’indifferenza nei confronti del sesso? La manifestazione del non riconoscimento della sessualità può dar luogo a lineamenti di contrasto sociale? Quale il riflesso sul piano dei rapporti giuridici, innanzitutto in tema di diritto matrimoniale e di filiazione? I confini di tutela costituzionale possono in qualche modo ricomprendere anche lo status asessuale? A questi e ad altri interrogativi il presente testo cerca di dar risposta, andando a delineare la storia nuova (e ancora abbozzata) della collettività degli Asex, comparandola con fenomeni diversi ma affini e riportando anche il punto di vista di chi in essa, in qualche modo, si riconosce.

Questo libro ha un enorme problema: è stato pubblicato nel 2010 ed è figlio della confusione di informazioni che in quegli anni rendeva davvero difficile districarsi nella comunità asessuale da neofitз o comunque da persone esterne. La comunità discuteva su forum e blog sparsi in ogni dove e raccapezzarsi sulle definizioni, sui dibattiti e sui dubbi che emergevano era un esercizio estenuante.

Questa confusione l’ho ritrovata in L’asessualità, nella varietà di fonti citate, alcune decisamente poco affidabili, su tutte il libro La rivoluzione asessuale di Jean-Philippe de Tonnac (2007) che per primo confonde l’asessualità con l’astinenza sessuale e del quale nessuna persona asessuale che conosco (e che l’abbia letto) mi ha parlato bene (sì, avrei una vaga idea di leggerlo in prima persona e scriverne sul blog, ma date le premesse non mi sento molto motivata, ecco).

Ma per me il problema maggiore è stata la mancanza di chiarezza sulla definizione di asessualità, in merito alla quale manca totalmente la distinzione tra attrazione sessuale e desiderio sessuale, che è alla base stessa della definizione di asessualità e senza la quale gran parte dei ragionamenti di Pascali sono una semplificazione dell’esperienza asessuale, che viene ridotta a quellз che non fanno sesso, non per scelta, ma perché pare che loro siano di base disinteressatз. Ci sono comunque delle riflessioni interessanti su asessualità e diritto italiano, ma la maggior parte, in virtù della definizione completa di asessualità, mi sono sembrate carenti.

Non mi ha aiutato il fatto che sia un testo estremamente tecnico e io e il legalese non andiamo proprio d’accordo, nonostante mi sia capitato di averci a che fare: ci saranno sicuramente una marea di elementi che nemmeno ho capito alla perfezione. Se a questo aggiungete che Pascali ha una vera passione per gli incisi, potrete facilmente capire perché la lettura di questo testo sia stata per me piuttosto difficoltosa.

Infine, questo libro non ha uno sguardo femminista o queer nella sua analisi: c’è molto insistenza sul binarismo di genere (cose verso le quali i maschi sarebbero “biologicamente” più propensi rispetto alle femmine, e viceversa) e questa è stata un’enorme fonte di fastidio per me. Non so se alla fine lo consiglierei: visto che è fuori catalogo, se lo trovate in giro a un prezzo ragionevole o in biblioteca, potete anche buttarci un occhio; ma non perdeteci il sonno se non lo trovate.