Buon lunedì, prodi seguaci!🏗️

Gira e rigira, il covid mi ha trovato e mi ha regalato un simpatico mal di gola che mi impedisce di deglutire qualsiasi cosa solida, quindi sono giorni che campo con latte e minestrine: mi sento una vecchia di ottant’anni con l’appetito di una quindicenne, visto che l’inappetenza non mi è stata concessa e il mio organismo è chiaramente deluso dal quantitativo ridicolo di nutrienti che sta ricevendo.

Quindi per distrarmi dal mio stomaco che mi chiede a gran voce del cibo, mi sono vista Democrazia al limite, un documentario del 2019 diretto da Petra Costa: dura due ore e lo trovate su Netflix.

Il documentario racconta l’ascesa e la rovinosa caduta di Lula de Silva e Dilma Rousseff dalla presidenza del Brasile e della drammatica spaccatura che ancora divide il popolo brasiliano. La storia viene raccontata direttamente dalla regista, che la arricchisce con la storia della sua famiglia, dato che è figlia di due attivistз che si sono oppostз alla dittatura militare, terminata nel 1985 dopo ventuno anni, e nipote di Gabriel Donato de Andrade, uno dei fondatori della Andrade Gutierrez, una delle maggiori imprese edili del Paese e che è stata direttamente coinvolta nello scandalo per corruzione e tangenti che ha portato all’impeachment della presidente Rousseff.

È un documentario che vi consiglio caldamente di vedere (tenendo conto che, soprattutto quando si parla della dittatura, ci sono delle immagini piuttosto forti) perché fornisce un ottimo riassunto degli antefatti che hanno portato all’attuale ballottaggio tra Lula de Silva e l’attuale presidente Jair Bolsonaro. E pur tenendo conto delle specificità della storia brasiliana, tutto quello che ci racconta Costa ci sembra tristemente familiare.

Ormai da anni abbiamo familiarizzato con crisi delle democrazie, società estremamente polarizzate, estrema destra rampante, sinistra allo sbando, classe imprenditoriale senza scrupoli, corruzione dilagante e social network che si pascono di tutto questo casino e lo alimentano: tutti elementi che tendono a far disaffezionare le persone dalla politica e a non far vedere una via d’uscita a un sistema così inefficiente.

La visione mi ha lasciato un’enorme sensazione di tristezza: l’evidenza della sporcizia raggiungibile dalla politica è così concreta che mi sono sentita quasi contaminata dalle immagini e profondamente affranta per tutte quelle persone che avevamo beneficiato delle politiche di de Silva e Rousseff, grazie alle quali avevano avuto accesso a un reddito e a borse di studio per proseguire gli studi.

Nemmeno l’intervento della giustizia riesce a dare soddisfazione al bisogno di cambiamento: come afferma la madre di Costa, l’intero scandalo della corruzione sembra semplicemente servito a sacrificare un ramo di una pianta parassita che in questo modo ha potuto continuare a infestare indisturbata la politica e la società brasiliana, minando anche la democrazia, che appare sempre più fragile e in discussione.

Fonte immagini: TMDB