Buon venerdì, prodi seguaci!🛏️
Sono indietro con la lettura dei libri per la 2022 RHC e sono indietro pure con le recensioni: praticamente niente di nuovo sotto il sole, ma confido che l’autunno mi aiuti a risollevare la situazione. Intanto aggiungo altri libri giusto per peggiorare la situazione!🤣
La task 5 stabilisce di leggere un’antologia di voci che rappresentano identità diverse per razza, classe, genere, ecc… e curiosando nei consigli nel gruppo Goodreads di Book Riot è uscito fuori Taaqtumi: An Anthology of Arctic Horror Stories. Non so assolutamente niente di questo libro né conosco lз autorз, ma l’idea di leggere delle storie horror ambientate nella tundra e/o nell’Artico mi intriga un sacco.

“Taaqtumi” is an Inuktitut word that means “in the dark”—and these spine-tingling horror stories by Northern writers show just how dangerous darkness can be. A family clinging to survival out on the tundra after a vicious zombie virus. A door that beckons, waiting to unleash the terror behind it. A post-apocalyptic community in the far North where things aren’t quite what they seem. With chilling tales from award-winning authors Richard Van Camp, Rachel and Sean Qitsualik-Tinsley, Aviaq Johnston, and others, this collection will thrill and entertain even the most seasoned horror fan.
Per la task 8, invece, si deve leggere un classico scritto da una persona razzializzata e qui ho pensato che fosse davvero venuto il momento di leggere La stanza di Giovanni di James Baldwin, che nella mia TBR da eoni. Uscito nel 1956, è il secondo romanzo di Baldwin ed è diventato un classico della letteratura LGBTQIA+ che intreccia una serie di tematiche per dare alla fine una rappresentazione sfaccettata di omosessualità e bisessualità.

David, un giovane newyorkese in fuga da se stesso, è approdato a Parigi nel tentativo di affrancarsi dalla propria educazione, e dalla vita da ragazzo perbene che sembra essergli stata cucita addosso. Mentre la sua fidanzata, Hella, è in Spagna per riflettere sul futuro della loro storia, in un bar David conosce Giovanni, impertinente e luminoso, e ne rimane irrimediabilmente attratto. E dal loro incontro, dal primo momento in cui entra nella sua stanza, piccola e disordinata, saprà di essere perduto, che né la vergogna né la paura riusciranno a riportarlo a casa. Diviso tra Hella che incarna il desiderio di normalità, il sogno di una tranquilla vita americana, e Giovanni che invece è forza, cuore e istinto, David attraversa le strade di Parigi, vede i colori e le stagioni passare, sente passioni e bisogni taciuti riemergere e chiedere il conto. La difesa della propria identità implica sempre una lotta dolorosa, e così è anche per David, solo che la sua debolezza e la sua indecisione faranno soffrire tutti coloro che lo amano e che lui stesso ama. Come ha dichiarato lo stesso Baldwin in un’intervista del 1984: “La stanza di Giovanni parla di quello che succede se hai paura di amare”.
E anche per questo mese ci siamo. Immagino che un po’ tuttз conosciate La stanza di Giovanni, anche se non lo avete letto, mentre se conoscete già l’altro mi sorprendereste perché io non l’avevo mai sentito nominare (e se lo aveste addirittura letto, fatemi sapere cose ve n’è parso!).
Buon fine settimana!🪀
Colpevolmente, invece, non conosco La Stanza di Giovanni; però, andando a spulciare la bibliografia di James Baldwin, ho scoperto che è l’autore anche di If Beale Street Could Talk, che ho letto qualche anno fa quando è uscito il film, e quanto soffrire!
Taaqtumi lo voglio leggere ADESSO! Non lo conoscevo, ma sembra davvero intrigante, non vedo l’ora di leggere quello che scriverai.
Questa’ sorta di “ansia da prestazione” è il motivo per cui non partecipo alle reading challenge: ne ho fatta una nel 2015, credo, che ho portato a termine, ma è stata davvero molto impegnativa e, a un certo punto, mi sono reso conto che condizionava molto il modo in cui sceglievo cosa leggere prediligendo, ad esempio, libri molto brevi perché dovevo arrivare ai 50 (!) richiesti e anche le indicazioni che dava erano abbastanza stringenti, da quello che ricordo. Quelle di questa challenge, invece, sembrano abbastanza generiche da permetterti di spaziare quanto vuoi, il che è un bel vantaggio!
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Forse in Italia è stato vittima di scarsa attenzione da parte delle CE nostrane, ma negli ultimi anni Fandango ha (ri)pubblicato diversi suoi lavori. È un autore bello tosto, sono contenta che la sfida mi abbia dato la spintarella per iniziare finalmente qualcosa di suo.
Ahahah, vero? Ho letto la descrizione e mi ci sono fiondata sopra!😂
50 task sono davvero troppe, finisci solo per leggere per completare la sfida e non ti diverti più. Le 24 della RHC per me sono la misura giusta: mi diverto a cercare i libri per le task e nel frattempo posso leggere qualsiasi altro libro mi venga il ghiribizzo di leggere. Prenderla con rilassatezza per me è fondamentale, visto che leggo per piacere: per dire, la sfida dell’anno scorso l’ho finita quest’anno e va bene così, non è che mi sento di aver fallito. Mi sono divertita e ho scoperto un sacco di libri che altrimenti non avrei mai letto: meglio di così!
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Non conosco “Taaqtumi” (e a dire il vero neanche l’altro), ma sembra gnocco. Aspetto la tua recensione con curiosità.
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Sei la seconda persona a dirmi di non conoscere La stanza di Giovanni: le CE italiane sono state davvero ingiuste con Baldwin.
Con questo entusiasmo per Taaqtumi mi state facendo venire ancora più curiosità!😂
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