Buon lunedì, prodi seguaci!🦕

Nell’attesa di questa maledetta ondata di calore si decida a darci una tregua, passo il mio tempo a cercare di non prendere fuoco e ad aspettare il benedetto tramonto, nella speranza che la notte porti delle temperature vivibili. Praticamente se potessi vivrei l’estate come un vampiro.

Quindi manco a dirlo sono indietro con la RHC, con la lettura dei post altrui, con l’aggiornamento del blog e – credo – anche con la vita in generale perché mi trascino fuori casa solo per le necessità impellenti (che sono già sono troppe). Ma si va avanti, prima o poi – ma spero prima che poi – finirà anche l’estate.

Si inizia dalla task 4, che stabilisce di leggere un libro di qualunque genere scritto da una persona razzializzata e che parla di gioia e non di trauma e ho deciso di leggere I Am a Girl from Africa, il memoir scritto da Elizabeth Nyamayaro. Se questo nome non vi dice niente (in effetti, vedo che non ha nemmeno una pagina italiana su Wikipedia), probabilmente lo farà la sua campagna per i diritti umani più famosa: HeForShe. Probabilmente l’inizio del memoir parlerà di trauma, visto che Nyamayaro quando era una bambina soffrì la fame nel suo villaggio a causa della siccità, ma adesso è Consigliera Speciale per il World Food Programme, quindi penso che il bilancio finale sarà abbastanza gioioso.

When severe drought hit her village in Zimbabwe, Elizabeth Nyamayaro, then only eight, had no idea that this moment of utter devastation would come to define her life’s purpose. Unable to move from hunger and malnourishment, she encountered a United Nations aid worker who gave her a bowl of warm porridge and saved her life—a transformative moment that inspired Elizabeth to dedicate herself to giving back to her community, her continent, and the world.

In the decades that have followed, Elizabeth has been instrumental in creating change and uplifting the lives of others: by fighting global inequalities, advancing social justice for vulnerable communities, and challenging the status quo to accelerate women’s rights around the world. She has served as a senior advisor at the United Nations, where she launched HeForShe, one of the world’s largest global solidarity movements for gender equality. In I Am a Girl from Africa, she charts this “journey of perseverance” (Entertainment Weekly) from her small village of Goromonzi to Harare, Zimbabwe; London; New York; and beyond, always grounded by the African concept of ubuntu—“I am because we are”—taught to her by her beloved grandmother.

This “victorious” (The New York Times Book Review) memoir brings to vivid life one extraordinary woman’s story of persevering through incredible odds and finding her true calling—while delivering an important message of hope, empowerment, community support, and interdependent.

La task 21, invece, stabilisce di leggere un retelling queer di un classico canonico, di una fiaba, del folklore o di un mito e ho scovato Peter Darling di Austin Chant, retelling di Peter Pan di J.M. Barrie. Sono molto intrigata da questa rilettura queer dei due personaggi di Wendy e Peter Pan, che diventano di fatto una sola persona perché Peter è trans, e molto preoccupata per la storia d’amore tra Peter e Capitan Uncino, ma questo libro ha un ottimo rating su Goodreads, quindi manterrò la mente aperta e fiduciosa.

I Ragazzi Smarriti dicono che Peter Pan sia tornato in Inghilterra a causa di Wendy Darling, ma Wendy è soltanto una vecchia vita che Peter si è lasciato alle spalle. L’Isola Che-non-c’è è la sua vera casa. E così, quando Peter torna lì dopo dieci anni passati nel mondo reale, è sorpreso di trovare un’Isola Che-non-c’è che sembra non avere più bisogno di lui.

L’unica persona a cui Peter è davvero mancato è James Hook, il Capitan Uncino, entusiasta di incontrare di nuovo il suo vecchio rivale. Quando, però, scoppia una guerra fra i Ragazzi Smarriti e i pirati di Uncino, lo spargimento di sangue che ne consegue diventa sin troppo reale, e la rivalità fra Peter e Uncino comincia a trasformarsi in qualcosa di molto più complicato, sensuale e mortale.

E questo è quanto: dubito che mi rimetterò in pari con la RHC prima di settembre (il povero Dostoevskij aspetta di essere letto dal 2013, può anche aspettare qualche altro mese), ma d’estate è così, il mio organismo va in modalità risparmio energetico altrimenti il mio cervello va in errore.

E voi che fate e che leggete di bello? Fatemi sapere se mi ho messo un po’ di curiosità con i libri di questo mese per la RHC, oppure se già li conoscevate.

A presto!🏝️