Questo libro nasce dalla necessità di avvicinare il lettore a un paese che da un lato è sempre più in prima linea nello sviluppo industriale e tecnologico globale, dall’altro è ancora vittima instabile dei perversi giochi politici che portarono alla sua divisione alla fine degli anni quaranta del XX secolo. Partendo dalle stesse mitiche origini della nazione coreana, dal territorio e dalla lingua fino alla difficile situazione geopolitica attuale, l’autore dipinge la grande avventura di un popolo di antica civiltà che, occupando da sempre un posto fondamentale nello scacchiere geopolitico dell’Estremo oriente, ha contribuito considerevolmente a formare quella cultura giapponese oggi nel mondo ben più conosciuta e apprezzata. Per secoli vaso di coccio fra vasi di ferro, la Corea sta ancora pagando per un’intrinseca debolezza e soprattutto per la protervia altrui, che proprio nel XX secolo l’ha portata prima a perdere un’indipendenza fino ad allora sempre difesa con successo e poi all’incommensurabile tragedia della divisione e della guerra fratricida. Questa nuova edizione aggiornata del volume esamina con passione e competenza il complicato percorso storico del Paese del Calmo Mattino, riuscendo a dare conto non solo dei suoi malesseri e delle sue contraddizioni, ma anche delle ragioni per cui oggi è più che mai al centro dell’interesse e delle tensioni politiche internazionali.

2022 RHC, Task 22: Leggi un libro storico su un periodo di cui conosci poco 

Inizierò questa recensione con una comunicazione di servizio: avevo iniziato a leggere la prima edizione di questo libro (quella pubblicata nel 2005), ma poi ho scoperto che l’edizione successiva (quella del 2014) era stata ampliata; così mi sono procurata l’edizione più recente e ho ricominciato a leggerlo daccapo. Vi consiglio caldamente di leggere proprio l’edizione del 2014, visto che tra le parti aggiunte ce ne sono alcune che rendono più chiaro il racconto della storia della Corea.

Per quanto riguarda la mia esperienza di lettura, ammetto che nella prima parte mi sono annoiata un po’. Non tanto per colpa di Riotto, ma per il fatto che condensare tutta la storia di un’area geografica in meno di ottocento pagine ha fatto sì che avessi la sensazione di leggere una sfilza di personaggi storicamente rilevanti che hanno fatto cose. Quando però mi sono avvicinata agli eventi storici con i quali avevo più familiarità, mi sono resa conto di averne una comprensione più completa adesso grazie alla conoscenza degli antefatti, quindi la noia della prima parte è stata ampiamente ripagata.

Un altro prezioso regalo che mi ha fatto la lettura di Storia della Corea è stato un punto di vista molto insolito – almeno secondo la narrazione che ci facciamo da queste parti del mondo – sulla Corea del Nord. Qui la raccontiamo sempre e solo come il cattivo della situazione, ma Riotto ce ne rende una descrizione più complessa: non che la indichi come un luogo dove andare ad abitare – parliamo pur sempre di una dittatura totalitaria – ma ho trovato molto interessante il tentativo dell’autore di ripulirla dalla propaganda e dagli stereotipi che le ruotano intorno. Non so poi se Riotto abbia ragione – non ne so abbastanza per esprimere un giudizio in merito – ma ho trovato il suo punto di vista davvero interessante.

È una lettura che consiglio tanto: visto che molti prodotti culturali della Corea del Sud sono diventati popolari, non è male avere un’infarinatura della sua storia e della sua cultura per capirli meglio (vi avverto, però, Riotto non ha una buona opinione del K-Pop…).