Buon martedì, prodi seguaci!🦊

Sono evidentemente entrata in una spirale nipponica in questo 2022: oltre a leggermi – molto lentamente – i libri che ho preso l’anno scorso in edicola sulla letteratura giapponese, continuo a incrociare (e leggere) libri che hanno a che fare con il Giappone. Non che la cosa mi dispiaccia; spero solo di non andare in sovraccarico!😅

Quindi ecco a voi gli ultimi due libri di una serie dedicata agli yōkai – e dintorni – del folklore giapponese. Perché gli ultimi due e non i primi due? Va’ a saperlo.

Questo libro contiene una varietà di mostri e fantasmi, alcuni originari del Giappone, altri incorporati nel folclore nipponico da culture straniere. Secondo la leggenda, un antico imperatore ricevette in dono da un animale magico chiamato appunto Hakutaku un volume straordinario, una sorta di “bestiario dei mostri” contenente informazioni su tutti gli spiriti, i fantasmi, gli dei e i demoni del Giappone. Di questo libro, andato perso molto tempo fa, sarebbero sopravvissuti alcuni frammenti. Nel corso dei secoli, gli artisti giapponesi crearono enciclopedie illustrate dedicate al mondo degli spiriti (yokai) e del soprannaturale. Le loro fonti principali erano i racconti e le tradizioni del folclore locale, ma anche la storia e la letteratura; e non mancarono di attingere all’immenso patrimonio degli antichi classici cinesi, reinterpretati attraverso il filtro della cultura e della sensibilità giapponesi. Inventarono così tanti nuovi yokai! E ancora oggi l’abitudine di collezionare e raccontare storie simili è molto sviluppata in Giappone.

Hakutaku è appunto il terzo libro di questa serie che raccoglie alcuni degli yōkai – creature sovrannaturali del folklore giapponese – che, se frequentate la cultura giapponese, con manga e anime in primis, sicuramente vi saranno in parte familiari. Scritta e illustrata da Matthew Meyer, un folklorista che vive in Giappone, potete farvi un’idea della bellezza di questa raccolta girovagando sul database online che l’autore sta costruendo, yokai.com.

Ogni yōkai, oltre ad avere la sua descrizione e avere riportate le informazioni che lo riguardano, viene illustrato con una rielaborazione della loro rappresentazione nell’arte giapponese. Inoltre, ogni descrizione è attenta a riportare, laddove la si conosca, l’origine della creatura, visto che molte sono state importate da altre culture.

Il libro è diviso in cinque sezioni: yōkai terrestri, yōkai celesti, yōkai acquatici, yōkai domestici e yōkai interni; inoltre, è corredato da una carta geografica del Giappone antico, dove sono segnati i luoghi di avvistamento dei principali yōkai.

Dopo Hakutaku, Yōkai e Mononoke, la raccolta illustrata di Mathhew Meyer si arricchisce di nuove creature, tra le quali primeggiano le più potenti, insidiose e seducenti di tutte: gli spiriti volpe kitsune. Il quarto volume dell’imponente opera di Matthew Meyer, il riconosciuto esperto mondiale di spettri e mostri giapponesi.

Il lettore incontrerà più di 100 nuove entità, dagli spettri vendicativi agli attualissimi demoni portatori di epidemie, ma conoscerà in special modo le kitsune, gli spiriti-volpe, le creature più seducenti e imprevedibili di tutto il Giappone.

Quarto libro della serie, Kitsune sembra essere nato come progetto locale, ma alla fine – meno male! – Meyer ne ha curato anche l’edizione inglese; così è arrivato anche da noi grazie a NuiNui.

A dispetto del titolo, il volume non è interamente dedicato alle kitsune, gli spiriti volpe, ma anche ad altri yōkai, tra i quali anche quelli che hanno a che fare con malattie ed epidemie, tornati tristemente in voga nel corso della pandemia di Covid-19. A quanto pare, in Giappone sui social è stato tutto un fiorire di Condividi l’immagine di questo yōkai anti-pandemia e sarai protettǝ dalla malattia. Gli yōkai sembrano adattarsi sorprendentemente ai nostri tempi, anche al di fuori della produzione artistica dove siamo abituatз a vederli noi.

Oltre agli yōkai collegati alle epidemie, abbiamo altre quattro tipologie descritte: yōkai di campagna, yōkai di città, yōkai domestici e una sezione dedicata alle nozze della volpe e ad altre storie di kitsune. A introduzione del volume, abbiamo anche qui una carta geografica del Giappone, questa volta a indicare i maggiori santuari di Inari, divinità collegata alle volpi e preposta al riso, al sakè, all’industria e alla fertilità.

Che ve ne pare? Li conoscevate? A me sono piaciuti davvero tanto – ma io ho un debole per il folklore, si sa – e conto di recuperare anche gli altri due volumi, non appena riuscirò a rimettere piede in libreria.

A presto!🦉