
Tsukiko ha poco meno di quarant’anni. Vive sola, e dopo il lavoro frequenta uno dei tanti piccoli locali di Tòkyo dove con una modica spesa si possono mangiare ottimi manicaretti e bere qualche bicchiere di birra o di sake. In una di queste occasioni incontra il suo insegnante di giapponese del liceo. Tsukiko e il prof, come lei lo chiama, iniziano a parlare e trovano subito un’intesa nella loro passione per il cibo. Le leccornie della delicata cucina giapponese accompagnano gli incontri mai programmati di due persone cosi diverse eppure simili nella quieta accettazione della propria solitudine, e ogni incontro rappresenta un impercettibile avvicinamento. Dopo infiniti appuntamenti, giunge il momento in cui il prof vince il pudore e chiede a Tsukiko se accetterebbe di frequentarlo «con la prospettiva di stringere una relazione amorosa».
La storia di un amore insolito, e la scoperta di una scrittrice capace di cogliere, senza mai cadere nel sentimentalismo, la dolcezza della vita.
2022 RHC, task 7: Leggi un romance dove almeno unǝ dellз protagonistз ha più di 40 anni
La cartella del professore è il tipo di romance che potrei consigliare a chi di solito non ne legge: è un romanzo piuttosto malinconico e per nulla incentrato sull’euforia da nuova relazione: anzi, la relazione vera e propria la vedrete molto in là – quasi alla fine. Direi che si tratta di un romanzo ad alta concentrazione nipponica, nel senso che, se non siete avvezzз alla letteratura giapponese, vi sembrerà di leggere pagine e pagine di dettagli che apparentemente nulla hanno a che vedere con una storia d’amore.
La storia racconta dei ripetuti incontri di Tsukiko Omachi con il suo professore di giapponese delle superiori, Harutsuna Matsumoto, in una nomi-ya (un piccolo locale tradizionale giapponese). All’inizio si tratta di incontri fortuiti, poi lз due iniziano a frequentarsi con una certa costanza, seppur con alti e bassi. Entrambз sono immersз nelle loro solitudini: Tsukiko non è riuscita a costruire una relazione per il suo desiderio di rimanere libera e indipendente, mentre le convenzioni sociali la vorrebbero moglie devota; il professore, invece, ha avuto una relazione coniugale ed è rimasto bloccato dalla sua fine.
A forza di incontrarsi nella nomi-ya, Tsukiko e il professore diventeranno carз l’uno all’altra e mitigheranno le loro solitudini: non con lo splendore di un amore totalizzante, ma con il semplice piacere della reciproca compagnia. L’ho trovato un romanzo sulla stupidità delle influenze sociali che gravano sulle relazioni, sul modo in cui dovrebbero essere e da chi dovrebbero essere formate, senza che il focus sia mai su come si sentono le singole persone interessate.
Non so se sia l’influenza di Nana ma mi ispira. Poi magari arrivo a metà, sclero e lo chiudo nell’armadio ma nel dubbio l’ho messo in lista.
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Se consideri che a metà ancora non è successo (quasi) nulla, è possibile!😅
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Ammetto che questo tipo di idea mi piace molto. Una specie di relazione nata dall’amore per il cibo. È una tematica che ho già visto (cose in comune che avvicinano due persone) ma che con la giusta sensibilità può rivelarsi davvero interessante. Grazie per il consiglio!
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Da un punto di vista occidentale, è una storia d’amore piuttosto originale, soprattutto per il modo in cui è raccontata.
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