
Le Pussy Riot sono un collettivo riot grrrl e punk rock russo, femminista e politicamente impegnato. Sono finite al centro dell’attenzione dopo una serie di proteste sempre più dirompenti in cui hanno denunciato la corruzione in Russia, i sospetti di brogli elettorali, i legami sempre più stretti tra Stato e Chiesa e la scomparsa dallo spazio pubblico delle donne e della comunità Lgbt, fino a quando tre di loro sono state condannate e messe in carcere per aver cantato una “preghiera anti-Putin” nella cattedrale del Cristo Salvatore a Mosca. Il testo del libro è frutto di un’accurata ricerca completamente originale. Rivive la genesi del fenomeno, soffermandosi sull’attualità: racconta della situazione dopo l’uscita delle ragazze dal carcere e degli sviluppi futuri, tra apparizioni internazionali e la nascita di una Ong per difendere i diritti dei carcerati. “Continueremo a fare ciò per cui siamo finite in prigione. Vogliamo prima di tutto cacciare il presidente russo Vladimir Putin. Al suo posto mi piacerebbe molto invitare Mikhail Khodorkovski”, ha dichiarato Maria Alyokhina, in una conferenza stampa a Mosca dopo la liberazione. Una storia che ha destato attenzione in tutto il mondo per la prima volta analizzata in maniera completa da un libro italiano. Tutto da scoprire. Tutti i testi e le dichiarazioni sono stati tradotti direttamente dal russo.
Probabilmente vi ricorderete delle Pussy Riot grazie alla loro performance di protesta nella cattedrale del Cristo Salvatore nei confronti di Putin, del suo governo e della sua collusione con la Chiesa ortodossa. Una protesta che né la Chiesa ortodossa né il governo russo e nemmeno l’opposizione hanno preso bene, così la loro reazione spropositata ha raggiunto la stampa internazionale e quindi anche quella italiana.
Niente mette d’accordo tuttз come una bella protesta blasfema: si fa a gara a chi ha la reazione più rabbiosa e scandalizzata, la laicità dello Stato diventa un lontano ricordo e poco importa che la vera indecenza sia l’alleanza tra Stato e Chiesa.
Madonna liberaci da Putin! (dal titolo della canzone cantata durante quella performance) racconta di chi sono le Pussy Riot, di quali siano state le loro influenze, delle loro prime performance fino a quella che le ha portate in tribunale per un processo farsa che ha condannato Marija “Masha” Alëhina e Nadežda “Nadja” Tolokonnikova a due anni di colonia penale, della quale ci consegneranno un racconto a dir poco agghiacciante.
Visto che due donne del collettivo, proprio Nadja Tolokonnikova e Nika Nikulshina, sono state di recente aggiunte alla lista dellз “agenti stranierз” perché il governo russo le odia e cerca di fare del suo meglio per far sì che anche lз russз le odino, mi sembra interessante provare a saperne di più su di loro.
Per ascoltare le loro canzoni, potete farvi un giro sul loro profilo Spotify o sul loro canale YouTube.
Conosco bene le Pussy Riot e anche di quella preghiera anti-Putin. Certamente non mi sarei ma aspettato un libro su di loro e quell’evento in italiano, per quanto potessero aver fatto notizia. Questo mi fa piacere.
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Dalla stampa italiana sono praticamente scomparse dopo le condanne in seguito a quella performance, ma continuano a far parlare di sé e a essere provocatorie con la loro arte.
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