Buon lunedì, prodi seguaci!🏔️

Eccomi qua a ricominciare con la sfida di lettura del 2022, mentre sto ancora finendo quella del 2021: ebbene sì, ho il buon Pynchon ancora in lettura con L’arcobaleno della gravità e temo che ne avrò ancora per un bel po’, ma sono pronta per aggiungere altra carne al fuoco. È bello iniziare l’anno ed essere già indietro!😅 In compenso sono circondata da gente con la Covid o gente che non può prendere la Covid, in più è un freddo cane, quindi non è che ho granché da fare…

Inizio con la task 7 che stabilisce di leggere un romance dove almeno unǝ dellз protagonistз ha più di 40 anni e ho optato per La cartella del professore di Hiromi Kawakami, che fa parte della collana della letteratura giapponese che ho fatto l’anno scorso e che è lì che aspetta di essere letta: vediamo se riesco a smaltire la pila prima che faccia la muffa… Se vi interessa, lo trovate nel catalogo di Einaudi.

Tsukiko ha poco meno di quarant’anni. Vive sola, e dopo il lavoro frequenta uno dei tanti piccoli locali di Tòkyo dove con una modica spesa si possono mangiare ottimi manicaretti e bere qualche bicchiere di birra o di sake. In una di queste occasioni incontra il suo insegnante di giapponese del liceo. Tsukiko e il prof, come lei lo chiama, iniziano a parlare e trovano subito un’intesa nella loro passione per il cibo. Le leccornie della delicata cucina giapponese accompagnano gli incontri mai programmati di due persone cosi diverse eppure simili nella quieta accettazione della propria solitudine, e ogni incontro rappresenta un impercettibile avvicinamento. Dopo infiniti appuntamenti, giunge il momento in cui il prof vince il pudore e chiede a Tsukiko se accetterebbe di frequentarlo «con la prospettiva di stringere una relazione amorosa».
La storia di un amore insolito, e la scoperta di una scrittrice capace di cogliere, senza mai cadere nel sentimentalismo, la dolcezza della vita.

Poi proseguo con la task 20, che chiede di leggere un libro che ha vinto un premio letterario l’anno della tua nascita. Il mio anno di nascita è il 1989 e come premio ho scelto il Lambda Literary Award, perché è nato il mio stesso anno e perché mi sembra cosa buona iniziare il 2022 con un libro a tema LGBTQIA+, Pynchon permettendo. Il libro che ho scelto tra i quattordici vincitori delle altrettante categorie è Trash di Dorothy Allison (Lesbian fiction).

«Mi alzai e scrissi un racconto, dal principio alla fine. Era una di quelli del taccuino giallo, una di quelli già riscritti, ma stavolta era ancora diverso. Non c’ero veramente io né mia mamma o le mie ragazze, non c’era nessuna delle persone reali, ma c’era tutto il senso, la rabbia assoluta e il dolore della mia vita. Non c’era quella voce lamentosa, ma l’accento del Sud sì, e anche la gioia e l’orgoglio che a volte sentivo per me e per i miei. Non c’era biografia ma neanche bugie, e pulsava al ritmo delle paure delle mie sorelle e della mia disperata vergogna, e finiva con tutte le domande e le decisioni ancora aperte – soprattutto la decisione di vivere».
Pubblicato per la prima volta nel 1988, e premiato con il Lambda Literary Award, Trash è il libro di esordio di Dorothy Allison, e la palestra nella quale ha perfezionato lo stile e lo sguardo che animano le pagine più belle della Bastarda della Carolina. Dando voce agli uomini e alle donne del Sud bianco e impoverito, i racconti di questa raccolta, dolorosi ed eloquenti, ci mostrano le terribili ferite che siamo capaci di infliggere a chi ci è più vicino. Sono storie di sconfitta e di redenzione; di colpa e di perdono; d’amore e di abusi, illuminate dalla forza e dal potere taumaturgico della scrittura.

E questo è quanto. Com’è iniziato il vostro anno di letture? Spero bene, almeno quello.

A presto!🏀