Per il terzo volume della serie premiata agli ultimi premi Eisner, la ricetta è quella delle quattro M: meme, magia, musica e molti hamburger! Jughead sarà letteralmente assediato da ammiratori (e soprattutto ammiratrici): quando a Riverdale tornano la giovane strega Sabrina e le rockstar Josie and the Pussycats, il pericolo per il nostro vorace protagonista è in agguato! Riuscirà anche questa volta a mantenere la pace in città? La ricerca del perfetto equilibrio tra sonno, hamburger e videogame continua per mano di Ryan North («L’Imbattibile Squirrel Girl», «Adventure Time»), Mark Waid («Captain America»), Ian Flynn e Derek Charm!

Nell’ultimo volume a lui dedicato (per ora), Jughead è protagonista di due avventure diverse: la prima copre i capitoli 12, 13 e 14, mentre la seconda è raccontata nei capitoli 15 e 16. Nella prima storia, Jughead è alle prese con le insidie del World Wide Web, la viralità dei contenuti demenziali e il potenziale distruttivo di una leggerezza. Devo dire che, ancora una volta, nonostante si tratti di un fumetto umoristico, riesce a descrivere gli sconvolgimenti che può comportare il diventare improvvisamente famosз su Internet e di come uno stupido meme possa cancellare qualunque altra cosa si sia fatta fino a quel momento.

A mostrarci poi come il nostro sistema capitalistico ingrassi anche con i meme ci pensa Veronica, che andrà a stanare Jughead dalla sua tana di vergogna per andargli a consegnare il frutto dello sfruttamento dell’intera situazione, mentre Betty, dall’altra parte, non ha modo di tirare fuori niente di buono per mettere in luce tutte le cause nelle quali si era impegnata, cause che finiscono per scomparire dai motori ri ricerca, seppellite da pagine e pagine di meme e fanfiction. Meno male alla fine Jughead riuscirà a risanare la situazione, anche grazie al successivo fenomeno virale, che fa ripartire il circo.

La seconda storia, invece, tocca delle tematiche più legate all’asessualità di Jughead, visto che, a causa di uno degli incantesimi non proprio riusciti di Sabrina Spellman, finirà per far innamorare di sé tutte le ragazze presenti al concerto delle Josie and the Pussycats. Una situazione per la quale magari il suo amico Archie farebbe carte false, ma che la fervida immaginazione di Jughead trasforma in un’apocalisse zombie (dove, infatti, Archie soccombe). Il che mi sembra una descrizione abbastanza accurata di come ci si sente quando un’orda di persone allosessuali riversa su di te tutta la loro allosessualità e tu non riesci a trovare un modo per svicolare.

Adoro come questa serie così scanzonata e simpatica riesca a trattare tematiche importanti con un approccio tanto disinvolto, senza però essere mai superficiale. Fa un sacco ridere, ma mai a scapito dell’umanità dei suoi personaggi: mi fa venire voglia di leggere la serie principale dedicata ad Archie (nella speranza che ci sia molto Jughead).