Buon venerdì, prodi seguaci!🐠
Incredibile ma vero: sono in pari con la 2021 RHC. Wow. Direi che il clima preoccupantemente invernale di aprile ha almeno favorito il rintanarmi in casa con un buon libro e il recupero di One Piece, del quale vi parlerò nel duemilamai perché è davvero lunghissimo e una sfida alla mia scarsa costanza. Vedremo.
Tornando agli obiettivi a breve termine, vediamo cosa cercherò di leggere a maggio!
Si parte con la task 15, che prevede di leggere un memoir di un*autorǝ latinoamericanǝ: all’inizio dell’anno avevo pensato che avrei usato Nella casa dei miei sogni di Carmen Maria Machado per questa task, ma poi l’ho letto con LiberTiAmo. Così spulciando i consigli di chi segue la challenge in cerca di altre idee, ho visto che parecchз (inclusз quellз di Book Riot) consigliano Ordinary Girls di Jaquira Díaz. È un libro che non conoscevo, ma mi sembra molto promettente.

“There is more life packed on each page of Ordinary Girls than some lives hold in a lifetime.” —Julia Alvarez
Ordinary Girls is a fierce, beautiful, and unflinching memoir from a wildly talented debut author. While growing up in housing projects in Puerto Rico and Miami Beach, Jaquira Díaz found herself caught between extremes: as her family split apart and her mother battled schizophrenia, she was surrounded by the love of her friends; as she longed for a family and home, she found instead a life upended by violence. From her own struggles with depression and sexual assault to Puerto Rico’s history of colonialism, every page of Ordinary Girls vibrates with music and lyricism. Díaz triumphantly maps a way out of despair toward love and hope to become her version of the girl she always wanted to be.
With a story reminiscent of Tara Westover’s Educated, Roxane Gay’s Hunger, and Terese Marie Mailhot’s Heart Berries, Jaquira Díaz delivers a memoir that reads as electrically as a novel.
Poi ho cercato qualcosa per la task 19, che stabilisce di leggere un romanzo storico con unǝ protagonista razzializzatǝ o LGBTQ+, perché mi va proprio un romanzo storico. Il re ombra di Maaza Mengiste è entrato nella mia TBR grazie ai tweet di Einaudi, che ha portato questo libro in Italia a fine marzo. Il romanzo è ambientato durante l’occupazione dell’Etiopia da parte dell’Italia e promette di avere una prospettiva femminile di cui il nostro Paese ha un disperato bisogno – perché la scusa del in Africa era un’altra cosa non si può proprio sentire. Spero vivamente che sia bello.

Lei è Hirut, figlia di Fasil e Getey, una ragazzina spaurita in balia di un sistema patriarcale che la vuole schiava. Ma quando i venti di guerra contro gli invasori italiani cominciano a infuriare sulle alture, Hirut, figlia di Fasil e Getey, diventa la temuta guardiana del Re Ombra: come le sue sorelle d’Etiopia ora è un soldato, che non ha più alcun timore di ciò che gli uomini possono fare a donne come lei. «1974, Addis Abeba: “È venuta a piedi e in corriera, attraversando luoghi che per quasi quarant’anni aveva scelto di dimenticare. È in anticipo di due giorni ma lo aspetterà…” Inizia così, con la paziente attesa di Hirut nella stazione ferroviaria della capitale etiope sull’orlo di una nuova rivolta, il lungo flashback con cui Maaza Mengiste ci conduce ai giorni dell’occupazione voluta da Mussolini nel 1935 e portata avanti con inaudita violenza malgrado i richiami della Società delle nazioni. Quando, il primo marzo 1936, l’imperatore Hailé Selassié, al comando del suo esercito, viene sconfitto a Mai Ceu e costretto all’esilio, sugli altopiani e nei villaggi dell’intero paese le donne e gli uomini etiopi organizzano una resistenza vittoriosa, combattendo battaglie il cui clamore rimanda agli epici scontri dell’Iliade. Tutto avviene secondo le regole talora cruente di una società feudale che vanta però un’antica indipendenza e una solida tradizione militare. Il re è salito su un treno che lo sta portando fuori dal suo paese, ma sui crinali dei colli appare il profilo conosciuto e amato del sovrano. È un inganno? Un miraggio? Forse è il potere dell’ombra, che restituisce ai sudditi fiducia e coraggio. Maaza Mengiste allestisce un doppio palcoscenico: sulle alture, agli ordini del nobile Kidane, si organizzano gli irriducibili combattenti etiopi, Aklilu, Seifu, Aster, Hirut, Fifi, la cuoca e innumerevoli altri; mentre sul terrazzamento a strapiombo sulla valle il colonnello Fucelli fa costruire la base italiana dove si fronteggiano opposte concezioni dell’onore e del coraggio, e si sperimenta con inquietante coerenza come una forma d’arte possa diventare un’arma. Nelle fotografie scattate da Ettore Navarra, il soldato ebreo cui viene dato l’ordine sadico e pornografico di immortalare esecuzioni e nudi femminili, leggiamo insieme talento e crudeltà, obbedienza e indifferenza a se stesso. Incrinate, l’una e l’altra, dal coraggio intelligente di Hirut, che si sottrae al ruolo di vittima del suo obiettivo per assumere quello di testimone e poi custode di un archivio d’immagini che raccontano la Storia e la rettificano.» (Anna Nadotti)
Che ne pensate? Conoscete uno di questi due libri? Fatemi sapere!
Buon fine settimana!🪁
Non conoscevo nessuno dei due, ma Il Re Ombra sembra interessante, è un argomento che purtroppo continuiamo a ignorare e sminuire ancora oggi ed è vergognoso.
Cercherò di recuperarlo!
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Già, speriamo che pubblicazioni di questo tipo e una sensibilità maggiore facciano cambiare la prospettiva su quegli eventi.
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Buona fortuna con One Piece! Io ci ho rinunciato in partenza
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Ahahah, grazie, ne avrò bisogno! 😅
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