Buon venerdì, prodi seguaci!🐝
Questa settimana ho allegramente pigreggiato, ignorando il blog e proseguendo il viaggio nella Terra di Mezzo, che fino a qui ero riuscita a proseguire con estrema lentezza, ma adesso che mi avvicino a The Return of the King diventa sempre più difficile…
Comunque, eccomi qua a presentarvi i libri che ho deciso di leggere a marzo per la RHC: per la cronaca sono in pari, salvo il fatto di dover ancora pubblicare le recensioni. Pigra in tutto tranne che nella lettura!😜
Per la task 2, che stabilisce di leggere un libro non-fiction antirazzista, ho pensato di pescare dalla mia TBR e di affrontare un classico, Donne, razza e classe di Angela Davis.

Uscito per la prima volta negli Stati Uniti nel 1981, è considerato uno dei testi pionieristici del femminismo odierno. È con questo fondamentale lavoro infatti che Angela Davis ha aperto un nuovo metodo di ricerca che appare più attuale che mai: l’approccio che interconnette i rapporti di genere, razza e classe.
Il libro sviluppa un saggio scritto in carcere nel 1971, uno studio storico sulla condizione delle afroamericane durante lo schiavismo volto a riscoprire la storia dimenticata delle ribellioni delle donne nere contro la schiavitù. Racconta episodi tragici della storia degli Stati Uniti, frutto di miti ancora in voga come quello dello “stupratore nero” e della superiorità della “razza bianca”, ma anche eccezionali e coraggiosi momenti di resistenza. Attraverso le storie di alcune delle figure chiave della lotta per i diritti delle donne, delle nere e dei neri, e della working class statunitense, ricostruisce i rapporti tra il movimento suffragista e quello abolizionista, gli episodi di sorellanza tra bianche e nere ma anche le contraddizioni tra un movimento prevalentemente bianco e di classe media e le lotte e i bisogni delle donne nere e delle lavoratrici. Tensioni e contraddizioni che si ripresentano di nuovo tra il movimento femminista degli anni Sessanta e Settanta e le afroamericane. La lezione principale di Angela Davis è quella di abbandonare l’idea di un soggetto “donna” omogeneo, nella convinzione che qualsiasi tentativo di liberazione, per essere realmente universalista, deve considerare la storia e la stratificazione delle esperienze e dei bisogni dei diversi soggetti in gioco.
Un testo che offre prospettive cruciali per il rinnovamento profondo di teorie, linguaggi e obiettivi del movimento femminista, in una fase storica come quella odierna segnata da una presenza crescente di donne migranti in Italia e in Europa, e un sempre più allarmante ritorno del razzismo.
Per la task 5, che stabilisce di leggere un romanzo di genere scritto da un*autorǝ indigenǝ, delle Prime Nazioni o nativǝ americanǝ, mi sono invece affidata ai consigli di Book Riot e ho deciso di leggere The Only Good Indians di Stephen Graham Jones. Non so assolutamente nulla di questo romanzo o del suo autore: so solo che è un horror, genere che frequento poco. Così mi sono detta: perchè no?

The creeping horror of Paul Tremblay meets Tommy Orange’s There There in a dark novel of revenge, cultural identity, and the cost of breaking from tradition in this latest novel from the Jordan Peele of horror literature, Stephen Graham Jones.
Seamlessly blending classic horror and a dramatic narrative with sharp social commentary, The Only Good Indians follows four American Indian men after a disturbing event from their youth puts them in a desperate struggle for their lives. Tracked by an entity bent on revenge, these childhood friends are helpless as the culture and traditions they left behind catch up to them in a violent, vengeful way.
E anche per questo mese sono sistemata. Che ve ne pare? Immagino che conosciate Donne, razza e classe (almeno di fama), sapete dirmi qualcosa di Stephen Graham Jones? Sto per leggere un romanzo che mi farà avere incubi spaventosi? Spero di no!😅
Buon fine settimana!🍚
Io ho adorato “The Only Good Indians” ♥. Per quanto mi riguarda è l’horror più bello che ho letto l’anno scorso – … che è stato un anno in cui mi sono ritrovata a leggere più horror del solito^^ – e proprio dal punto di vista tecnico-letterario lo metterei tra i più belli che ho mai letto. Spero che piaccia anche a te.^^
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Mi fa molto piacere questo tuo commento, perché questo romanzo ha davvero stuzzicato la mia curiosità, mi dispiacerebbe troppo se non mi piacesse!💚
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Io ero innamoratissima fin dalla copertina e temevo tanto che non sarebbe stato all’altezza, invece ha superato le mie aspettative. Penso di essermi persino commossa in più punti (alcuni impensabili^^). Spero davvero che piaccia anche a te, credo sia un libro comunque particolare. (L’influenza nativa, soprattutto dal punto di vista morale, secondo me si sente tantissimo.)
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La copertina è davvero bella nella sua semplicità. Bene, bene, adesso sono ancora più curiosa!😍
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