Buon lunedì, prodi seguaci!☕

In compagnia di LiberTiAmo, questo fine settimana ho iniziato a leggere Caffè amaro di Simonetta Agnello Hornby, un’autrice di cui non ho mai letto niente, perché, detto in tutta sincerità, non mi ispirava affatto. Quindi spero di essere smentita!

«Sta per arrivare la fidanzata del baronello Pietro», le sussurrò una.

«Pietro. Pietro, mio figlio». Poi Anna chiese: «È mio figlio?». Posò l’uncinetto in grembo. «Pietro! Dov’è?» E sollevò gli occhi vacui su Maria e il suo accompagnatore. Poi lo sguardo si fermò sul marito. «Vito… Nooo!».

L’urlo aveva riempito la casa. Piegata in avanti, Anna si nascondeva il volto tra le braccia. Non voleva vedere e neppure essere vista. Ripeté il gesto, veloce, come se le braccia fossero lame di un gigantesco paio di forbici. «Via, via, via! Non lo voglio!»

«Ti presento Maria Marra, la fidanzata di Pietro! Sposerà nostro figlio, e ti vuole salutare», disse lui, la voce senza emozione.

«Via, via!» urlava lei.

«È stata Maria stessa a chiedermi di accompagnarla da te».

«Via, via! Via, via, via…» Le lame si aprivano e si chiudevano frenetiche, incrociandosi. «Via! Via, via…» Finché Anna balzò dalla poltrona come una giovinetta e fece per scagliarsi contro il marito. Una monaca le afferrò le braccia, gliele piegò e gliele tenne ferme dietro la schiena. Le cameriere, accorse al primo grido, appiattite contro la parete e quasi invisibili nell’ombra, scivolarono vero la porta d’ingresso; indietreggiando e mantenendo il volto verso la padrona, chiudevano la porta in faccia agli altri familiari che si erano avvicinati.

Maria era tutta tesa, cercava di capire il comportamento della madre di Pietro. In piedi, le braccia bloccate dietro la schiena, quella rantolava- «Scruscio di chiavi di ferro! Scruscio di catene! Porte chiuse! Chiudono le porte! Prigioniera! Incatenata! Su ordine dei Sala! Lui, lui entra, per lui le porte si aprono, lui mi vuole. Mi vuole, mi vuole, vuole Anna!».

Gli occhi grandi e profondi a forma di mandorla, il volto dai tratti regolari, i folti capelli castani: la bellezza di Maria è di quelle che gettano una malìa su chi vi posi lo sguardo, proprio come accade a Pietro Sala – che se ne innamora a prima vista e chiede la sua mano senza curarsi della dote – e, in maniera meno evidente, all’amico Giosuè, che è stato cresciuto dal padre di lei e che Maria considera una sorta di fratello maggiore. Maria ha solo quindici anni, Pietro trentaquattro; lui è un facoltoso bonvivant che ama i viaggi, il gioco d’azzardo e le donne; lei proviene da una famiglia socialista di grandi ideali ma di mezzi limitati. Eppure, il matrimonio con Pietro si rivela una scelta felice: fuori dalle mura familiari, Maria scopre un senso più ampio dell’esistenza, una libertà di vivere che coincide con una profonda percezione del diritto al piacere e a piacere. Attraverso l’eros, a cui Pietro la inizia con sapida naturalezza, arriva per lei la conoscenza di sé e dei propri desideri, nonché l’apertura al bello e a un personalissimo sentimento della giustizia. Durante una vacanza a Tripoli, complice il deserto, Maria scopre anche di cosa è fatto il rapporto che, fino ad allora oscuramente, l’ha legata a Giosuè. Comincia una rovente storia d’amore che copre più di vent’anni di incontri, di separazioni, di convegni clandestini in attesa di una nuova pace.
Dai Fasci siciliani all’ascesa del fascismo, dalle leggi razziali alla Seconda guerra mondiale e agli spaventosi bombardamenti che sventrano Palermo, Simonetta Agnello Hornby insegue la sua protagonista, facendo della sua storia e delle sue scelte non convenzionali la storia di un segmento decisivo della Sicilia e dell’Italia.