
Iacopo Melio è un attivista per i diritti umani e civili: presta la voce a chi non ce l’ha, a chi si sente sconfitto in partenza, a chi ha troppa paura per tirarla fuori, usando parole come «libertà» e «uguaglianza», «giustizia» e «dignità». Rompiscatole per natura, a sovvertire regole e previsioni ha iniziato presto, scegliendo la vita. Iacopo ha venticinque anni e la sindrome di Escobar, una malattia genetica talmente rara che, secondo la scarsa bibliografia scientifica esistente, comporterebbe sintomi troppo vari per essere classificati. Essendo nato con la camicia, di sintomi ne ha una gran varietà: tra questi, uno straordinario senso dell’umorismo. Armato di penna e arguzia, e di una pagina Facebook che conta oltre 600.000 follower, rema quotidianamente contro i pregiudizi e i luoghi comuni: bersaglia chi parcheggia nei posti per disabili pensando che siano un inutile favoritismo; chi è convinto che i venticinquenni in carrozzina rimangano bambini per tutta la vita (figuriamoci avere una ragazza); chi dà per scontato che quattro ruote servano per muoversi, ma solo in casa. Per questo, nel 2015 ha fondato #vorreiprendereiltreno, una onlus che si occupa di sensibilizzazione all’abbattimento delle barriere architettoniche e culturali attraverso progetti sul territorio e un’attività mediatica costante. “Faccio salti altissimi” è un libro in difesa della libertà di essere se stessi, nel rispetto dell’unicità di ciascuno e nel superamento di un fuorviante, oltre che riduttivo, concetto di «normalità», che ci vorrebbe tutti uguali, matrioske prodotte in serie. Ma è anche la storia di un ragazzo come tanti, «pezzi di vita e sogni incollati addosso», con la testa piena di progetti e speranze.

2020 RHC, Task 21: Leggi un libro con un personaggio principale o protagonista con una disabilità (fiction o no)
Confesso spudoratamente di aver subìto subito il fascino di Melio solo perché nella sua scrittura ho riconosciuto un vernacolo toscano che mi ha fatto sentire seduta a una tavolata di amicu, dove si fanno discorsi seri inframmezzati da bischerate – perché seri sì, ma senza esagerare, che poi si scade nel sussiegoso.
Poi in Faccio salti altissimi si parla di diritti, che è un altro argomento che cattura il mio interesse, soprattutto quando si tratta di diritti negati. Melio non parla solo di diritti negati legati strettamente alla disabilità, ma allarga molto lo sguardo: è difficile rimanere nel proprio angolo quando si inizia a interessarsi di diritti umani e civili, perché questi sono come amiconi estroversi vogliosi di abbracciare chiunque. Non vogliono essere contenuti, ma includere più persone possibile nel loro abbraccio.
Inoltre c’è l’altro lato della medaglia: è impossibile trovare una persona che abbia bisogno di un solo diritto o un diritto che non ci riguarderà mai e poi mai. Cerchiamo quindi di limitare l’indifferenza e di imparare ad ascoltare le storie diverse dalla nostra: se non possiamo partecipare e donare a ogni iniziativa, perché non abbiamo tempo e denaro sufficiente, possiamo lasciare che quelle storie modifichino il nostro modo di pensare e di agire.
Sembra niente, ma è quello che fa cambiare la sensibilità di una società abbastanza perché il bisogno di cambiamento arrivi alla politica, che poi è quella con il potere effettivo di avviare le riforme necessarie. Nella speranza che non ci si impieghi troppo tempo, perché alle persone i diritti servono ora, non è che possono aspettare i nostri comodi. Teste a pinolo.


Seguo Melio da diverso tempo, e devo dire di ammirare la sua tenacia in modo particolare. Non ho ancora letto il libro, dovrei farlo presto. Mi fa rabbia che alla fine, le forze politiche che sostengono le sue cause sono oscurate da altre che basano le loro campagne su pregiudizi e paure.
Purtroppo la politica non è neanche l’ultimo dei problemi, una volta mi ricordo un commento sotto una foto postata dallo stesso Melio in cui faceva vedere il camion di un corriere che occupava tre posti riservati ai disabili e uno ha avuto anche la faccia di commentare “Eh, ma se non fosse stato per loro non avrei avuto il mio Samsung in tempo”
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Le tematiche politiche riflettono gli interessi della maggioranza che vota, purtroppo raramente la politica si dimostra lungimirante: è un doppio problema e come votanti possiamo solo cercare di diffondere cultura positiva.
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