I tempi supplementari sono tempi di grazia, nel calcio come nella vita. Quando la superiorità dell’avversario è schiacciante si cerca di coprire la porta fino al fischio finale, e, nel frattempo, si spera: si spera di limitare la sconfitta facendo almeno un goal, si spera che un pallone cada in avanti, quanto basta da far partire l’improbabile contropiede di un mediano; si spera di resistere fino alla fine. E allora si va ai supplementari. Giacomo e i suoi amici vanno tutte le estati al mare in colonia, con le suore, nella pineta di Marina di Grosseto. Quando raccolgono la sfida dei ragazzi di un’altra colonia, inizierà una partita di calcio che durerà per cinquant’anni.

Questo libro mi è stato gentilmente inviato dall’autore

Crescere è una delle cose più difficili che dobbiamo fare durante la vita: non tuttu ci riescono, non tuttu vorrebbero farlo, alcunu si arrendono, altru non vedono l’ora di raggiungere l’obiettivo. In ogni caso, è piuttosto raro che la crescita si svolga come ce la siamo immaginata: come una linea retta che ci porterà a essere quello che abbiamo sognato di essere.

Tra noi e il nostro io ideale iniziano a frapporsi un sacco di ostacoli: da cocenti delusioni amorose a banali panni da lavare, da malattie più o meno terribili ai compromessi necessari per sopravvivere. Crescere è una faccenda sporca e nessunu ne esce pulitu, per quanto da adolescenti ci raccontiamo che per noi sarà diverso.

Tempi supplementari prende una partita di calcio giocata tra due squadre di ragazzi e ragazze di due colonie diverse, con un approccio diverso sull’inclusione, e ne fa una questione di vitale importanza, di difesa di un approccio che lascia le porte aperte a chiunque abbia voglia di unirsi al gruppo. Una partita così importante da essere giocata più volte. Hai visto mai che in una vittoria si riesca a trovare la quadratura del cerchio.

Così queste ragazze e questi ragazzi si incontrano a età diverse, in momenti diversi della loro vita, a volte felice e a volte derelitta, un po’ persa e un po’ ritrovata. Si poteva fare meglio? Cosa si poteva cambiare per tornare sulla strada giusta? Come si fa poi a restarci, sulla strada giusta? E qual è la strada giusta?

Tempi supplementari non ha nessuna risposta, solo molta attenzione e molto rispetto per le vite che racconta, complicate come le nostre e che avrebbero bisogno di più delicatezza di quanta effettivamente ne ricevano, perché a volte basta davvero poco per imprimere una spinta nella direzione sbagliata.